Figlia Di Vacchi Malattia – Deformità del palato. Conosciuto anche come labbro leporino. Blu Jerusalema di due anni è nata con questa deformità, che prende il nome da sua madre e suo padre. in un’emozionante intervista a Domenica In, Vacchi ha raccontato il momento in cui è stato avvertito che stava per perdere conoscenza. Oggi, il più comune difetto congenito del cranio e della faccia, il labbro leporino o la palatoschisi, può essere riparato.
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma spiegano che “la labioschisi e il palatoschisi è una deformità congenita caratterizzata dall’esistenza o meno di una fessura, o da un’interruzione dei tessuti del viso e del cavo orale per la loro mancata fusione”, secondo al loro sito web. “Le anomalie possono assumere una varietà di forme e livelli di gravità. È una malattia complicata che può influenzare la deglutizione, il linguaggio e l’udito, tra le altre cose.
Le cause di questo difetto alla nascita sono ancora sconosciute, ma sono state correlate all'”assunzione genetica, ambientale e di farmaci o medicinali durante la gravidanza” come possibili contributori. Ogni anno vengono trattati circa 200 nuovi casi di Gesù Bambino e attualmente sono circa 2.000 i bambini e i giovani monitorati che hanno la deformità. Ci si può aspettare una vita sana e normale per la maggior parte dei bambini nati con labbro leporino o palatoschisi, affermano i medici.
Labbro leporino e palatoschisi. In alternativa noto come palatoschisi. Blu Jerusalema di due anni è nata con questa deformità, che prende il nome dalla madre, Sharon Fonseca, e dal padre, Gianluca Vacchi. in un’emozionante intervista a Domenica In, Vacchi ha raccontato il momento in cui è stato avvertito che stava per perdere conoscenza. Oggi, il più comune difetto congenito del cranio e della faccia, il labbro leporino o la palatoschisi, può essere riparato.
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma spiegano che “la labio-palatoschisi è una deformità congenita caratterizzata dalla presenza di una fessura o dall’interruzione dei tessuti del viso e del cavo orale per la loro mancata fusione”. “Le anomalie possono assumere una varietà di forme e livelli di gravità. È una malattia complicata che può influenzare la deglutizione, il linguaggio e l’udito, tra le altre cose.
Le cause di questo difetto alla nascita sono ancora sconosciute, ma sono state correlate all'”assunzione genetica, ambientale e di farmaci o medicinali durante la gravidanza” come possibili contributori. Ogni anno vengono trattati circa 200 nuovi casi di Gesù Bambino e attualmente sono circa 2.000 i bambini e i giovani monitorati che hanno la deformità. Ci si può aspettare una vita sana e normale per la maggior parte dei bambini nati con labbro leporino o palatoschisi, affermano i medici.
In molti contesti legati alla carenza di acido folico, all’incidenza di infezioni in gravidanza, ai matrimoni nell’ambito della stessa famiglia, all’elevata familiarità, ad alcuni fattori legati alla carenza di acido folico, l’incidenza di labioschisi e palatoschisi è elevata, spiega Fabio Massimo Abenavoli, specialista in chirurgia plastica e maxillofacciale e otorinolaringoiatria, fondatore e presidente di Emergenza Sorrisi Ong e responsabile In alcune nazioni con risorse minori, un neonato su 600-700 nasce con questa anomalia.
Abenavoli sottolinea che l’incidenza in Italia è meno della metà di quella italiana. Di conseguenza, “la donna viene informata e può organizzare immediatamente il proprio percorso di nascita e l’aiuto al bambino”, continua. La palatoschisi può essere riparata chirurgicamente già a tre mesi di età. Lunedì il nostro piccolo angelo blu è stato operato per correggere la sua palatoschisi congenita. Siamo così orgogliosi di lei e grati per il supporto che abbiamo ricevuto da tutti voi.
Grazie per il vostro amore e supporto!”, ha scritto Vacchi in un sentito post su Instagram. Sono stati giorni terribili e assistere al dolore e alla sofferenza di una creatura innocente è stato davvero straziante. Ha resistito alla tempesta con la serenità e la forza d’animo che solo Dio poteva donarle. “Sono contento di essere suo padre e non laverò mai la camicia con il suo sangue dalle prime ore post-operatorie in cui le mie braccia erano la sua unica certezza…
Voglio ogni memoria interna ed esterna di questa grande lezione di coraggio che questo angioletto deve rimanere affidato a me e Sharon”. Dopo l’intervento chirurgico, la degenza media in ospedale è di due giorni. Gli specialisti del Bambino Gesù hanno detto che i bambini coloro che hanno subito un restauro del palato molle saranno seguiti da vicino da un logopedista per garantire un corretto sviluppo del linguaggio.
Inoltre, dicono che un otorinolaringoiatra li monitorerà per eventuali problemi di udito. L’emergenza Covid ha comportato il mancato accesso ai servizi riabilitativi. I nostri pazienti hanno dovuto sopportare gli effetti della crisi pandemica, afferma Abenavoli. “Ritardi nella terapia ortodontica, nel percorso di logopedia e nel supporto psichiatrico e nella strada del chirurgo”, aggiunge.
Medici e tecnici che si sono fatti avanti con grande dedizione per continuare il loro impegno hanno fatto sì che le conseguenze potessero essere considerate “minime”. Con l’uso di different strumenti, e con la determinazione dei genitori, i bambini hanno potuto mantenere alcuni dei guadagni che avevano accumulato fino a quel momento, anche se solo in parte apparenti.
La possibilità di questi approcci di aiuto era stata ampiamente discussa prima dell’epidemia, ma come al solito, poco era stato fatto per metterli alla prova e confermarne la praticità. La maggior parte delle persone e degli operatori sanitari ha approfittato di un’opportunità/necessità che è emersa. Ci sono solo pochi casi di palatoschisi ogni anno e sono più comuni nelle ragazze.
È una crepa o spaccatura nel palato visibile dalla nascita, ma lo screening prenatale può rilevarla prima in alcune circostanze.
Durante la fase embrionale, quando si forma il palato, inizia il problema. Quando un bambino nasce con una palatoschisi, il tessuto del palato non si chiude completamente, lasciando un’apertura chiamata schisi.