Trapattoni Malattia

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Trapattoni Malattia – Il fischio del Trap risuona ancora in sottofondo, anche all’età di 81 anni, per svegliare da possibili distrazioni e segnalare la strategia appropriata. : “. Il leggendario allenatore di calcio italiano Giovanni Trapattoni si è accovacciato con sua moglie Paola nella loro casa a Cusano Milanino, a breve distanza dall’epicentro dell’epidemia di coronavirus.

Dato che è recentemente diventato bisnonno, usa saggiamente il suo tempo facendo chat video con la sua famiglia in espansione. Nel giorno del suo 81esimo compleanno, ha twittato: “Anziani, rimanete a casa, mantenete uno stile di vita corretto e aiutatevi con la tecnologia”. Ciò conferma la sua teoria secondo cui sta invecchiando all’indietro.

Eppure conosco i rischi legati alla mia età ea questa terribile malattia, quindi non esco mai di casa senza i miei contatti. Ti viene inviata la merce della settimana, insieme all’occasionale bottiglia di buon vino rosso “, Rocco, il “Paron”. La storia d’Italia. Le strade vuote fuori gli ricordano la sua educazione durante la guerra, racconta al telefono all’ANSA.

Ricordo ancora tutti in casa, sento il suono delle sirene, e sento mia madre che mi urlava di “vattene via”. “dai bombardamenti. Per evitare le strutture correvamo a piedi nudi per i campi erbosi. Vedi, aggiunge Trapattoni, io ho vissuto la guerra, ho avuto il morbillo e la scarlattina; non posso paragonare l’entità di questa situazione a niente che io ho sperimentato prima.

Ma, senza dubbio, uscirai più forte da tali avversità “.La considerazione del giocatore non è persa su Trap. C’era molta gente negli stadi, quindi dovevamo fermarci spesso. Questi uomini, tornando a giocare, valuteranno il valore delle cose – la sua convinzione – e tutti ci renderemo conto di essere maturati e responsabilizzati per questo”.

Niente scudetti o anni di gloria con Juve, Inter o Juventus La Nazionale può cancellare il dolore della sconfitta: “Ho una famiglia nel bergamasco e mi raccontano dei giorni terribili che hanno passato”, ammette Trap. È triste; Anch’io ho perso persone care. Eppure sono stato benedetto dalla fede per tutta la vita, e ora più che mai imploro Dio di liberare l’Italia da questa tirannia.

Avere fede è essenziale. Eppure la difesa è molto più cruciale”. “Ho avuto modo di giocare nella stessa squadra di Trap e Zenga, Matthäus e Riccardo Ferri, quindi sono entrato a far parte dell’Inter dei record. Ero solo un sostituto, ma la stagione scudetto 1988-1989 è quella per cui la maggior parte delle persone mi ricorda.

Così tanti dei miei devoti seguaci mi hanno contattato per sostenermi mentre combatto questa orribile malattia…” in una conversazione con Il Giorno L’ex difensore dell’Inter Alberto Rivolta ha stabilito un nuovo standard per il successo sotto la tutela di Giovanni Trapattoni. Ha descritto l’ependimoma midollare, la fonte del suo dramma quotidiano per anni.

Un tumore benigno del cervello o del midollo spinale.Operazioni ricorrenti: “Più tardi, nel 2006, ero in spiaggia quando improvvisamente ho avuto un dolore lancinante alla schiena, questa volta a causa di diverse piccole lesioni nel mio zona lombare. Ho sentito il riverbero. Successivamente, hanno provato un’altra procedura, ma ancora non sono riusciti a liberarsi delle lesioni.

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Da allora fino al 2013 è stata una lotta continua: prima una fusione dorsale, poi una fusione lombare, e poi una fusione cervicale. Le mie gambe sono rimaste immobili dal 2013, nonostante i ripetuti tentativi di radioterapia dei medici. Imparare ad usare la carrozzina richiederà una nuova riabilitazione della durata compresa tra i 6 e gli 8 mesi presso il CTO di Milano.

Mi hanno assicurato, tuttavia, che non avrei avuto alcuna difficoltà mentale. Al suo posto, ho subito un intervento chirurgico al lato destro il giorno del mio compleanno… Si sono rifiutati di operarmi e, di conseguenza, ho perso l’udito, un occhio e le mie labbra sono rimaste storte. Non volevo rinunciare alla lotta contro questa malattia che avevo condotto negli ultimi 25 anni.

Ho giocato d’azzardo e sono uscito con solo la bocca storta, l’udito danneggiato e un occhio solo. Lo sto vivendo ancora oggi: “Abitavo a Lissone, ma ora sono in una casa di cura a Monza… Mia moglie ha finalmente deciso di cercare una location che potesse aiutarmi dopo che ero diventato ingestibile in casa e non riuscivo nemmeno a passare dal letto al bagno,

io sono qui, a due chilometri da casa mia, e si stanno prendendo davvero cura di me, mi danno morfina e buscopan e hanno una pompa nella gamba che costantemente mi inietta la morfina. I suoi compagni però non l’hanno dimenticato: “I miei compagni di scudetti da record…” Tieni presente che Baresi è arrivato solo pochi giorni fa. Malgioglio viene a trovarmi una volta alla settimana…

I miei amici non si sono dimenticati su di me, e nemmeno Riccardo Ferri o Ciocci. Improvvisamente si presentò Patrizio Sala; quella era l’ultima cosa che mi aspettavo. Rimanere forte è la mia unica opzione, ma non è facile. Ho lavorato in questo campo per un totale di 27 anni.. Mi rifiuto di arrendermi ora…

Si è guadagnato il suo posto nella storia nerazzurra come membro di Giovanni TrapattoniSquadra storica dell’Inter. L’Amministrazione Comunale di Lissone ha espresso il proprio cordoglio anche alla famiglia di Alberto Rivolta, scomparso all’età di 51 anni a seguito di una lunga malattia. Il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti,

è l’ultimo di una lunga serie di ex compagni di squadra e alfieri nerazzurri che si rifiutano di lasciarlo in pace. “La scomparsa di Alberto Rivolta è stata molto sentita in casa FC Internazionale Milano. Nato a Lissone nel 1967, Rivolta ha giocato come difensore nel programma giovanile nerazzurro nei primi anni ’80 prima di esordire in Prima Squadra in una 15 dicembre 1985 contro il Como in Serie A.

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