
Stipendio Docenti -Anche con il prolungamento del contratto, gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati d’Europa: secondo i sindacati gli aumenti non saranno sufficienti a soddisfare le richieste. Confermato lo sciopero del 30 maggio. Oggi gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati in Europa, e
questo difficilmente migliorerà anche se il contratto verrà rinnovato. I sindacati ne sono certi ed è stato confermato lo sciopero scolastico fissato per il 30 maggio. Dopo i settori delle funzioni centrali, della difesa e della sicurezza, è in fase di completamento il rinnovo contrattuale della scuola. Il 17
maggio è fissato per il 17 maggio il primo incontro tra Aran e le organizzazioni sindacali per affrontare l’atto politico che il ministro della pubblica amministrazione ha recentemente pubblicato. Il salario netto di un insegnante di scuola secondaria (scuola media e superiore) è attualmente di circa
1.400 euro nei primi anni di impiego, salendo a oltre 2.000 euro solo dopo 35 anni di servizio per anzianità. Una figura che non è così pratica quando ce l’hai tra le mani. Secondo l’indagine “Educazione a colpo d’occhio 2020”, un insegnante europeo guadagna in media il 94 per cento del
reddito medio dei laureati della stessa nazione. In Italia, il numero si riduce al 77%, indicando che essere un insegnante potrebbe non essere l’opzione migliore per un laureato.Chi sperava che il rinnovo del CCNL scolastico per il triennio 2019-2021 risolvesse la situazione dovrà ricredersi, in
quanto gli stessi sindacati ritengono che gli aumenti salariali riconoscibili dal nuovo accordo non saranno adeguati a l’importanza del corpo docente nel sistema scolastico italiano. I sindacati non sono presenti ed esprimono il loro malcontento per la gestione da parte del governo della situazione
del nuovo contratto scolastico. Secondo fonti governative, l’atto politico è adeguato perché alla scuola vengono assegnati 2 miliardi di euro; tuttavia, i sindacati si affrettano a sottolineare che questo risultato è il prodotto dell’appropriazione di tre leggi di bilancio (dal 2019 al 2021). Per non
parlare del fatto che si tratta di un contratto scaduto da 3 anni e 5 mesi. A ciò si aggiunga quanto ha fatto il governo con la ratifica del decreto legge 36/2022 – quello che rivede il regolamento per il reclutamento degli insegnanti – con il quale interviene in modo “pesante e inopportuno” su temi come
“retribuzione e carriera”, che dovrebbe era l’unica giurisdizione del contratto. Tutto ciò è stato possibile grazie al risparmio reso possibile dalle riduzioni del personale – 10.000 unità previste per il prossimo triennio – e dalla tessera docenti.
Il 17 maggio le organizzazioni sindacali e Aran, l’agenzia che rappresenta la PA nelle trattative contrattuali, si incontreranno per valutare l’atto politico e discutere come le risorse disponibili possano tradursi in un aumento salariale per il personale docente. Tuttavia, le parti sociali non vogliono dare
false speranze agli insegnanti perché gli strumenti a loro disposizione non consentono loro di riconoscere chissà quale aumento della retribuzione. Secondo Ivana Barbacci, la numero uno della Cisl Scuola, con le risorse a disposizione si potrà raggiungere un rialzo medio e lordo massimo di 104
euro al massimo. “Medio”, il che significa che alcune persone prenderanno di più e altri ne prenderanno di meno, con una fascia di prezzo da 60 a 130 euro (sempre lordi). Di conseguenza, il rischio è che per alcuni l’aumento netto sarà di soli 40 o 50 euro, mentre in situazioni eccezionali si
avvicinerà a tre cifre. Nel caso degli arretrati, invece, si parla di un pagamento una tantum di 2.500 euro, cifra che deve ancora essere confermata dalle autorità ufficiali. Di conseguenza, “nonostante sia stato finalmente dato l’indirizzo”, le parti sociali hanno deciso di scendere in piazza il 30 maggio
per chiedere un aumento di stipendio più consistente per gli insegnanti delle scuole, se non ora, poi nel prossimo contratto tondo (quindi per il triennio 2022-2024).Nelle discussioni in corso per il rinnovo del contratto del personale scolastico, quanto margine hanno i sindacati? Non molti, grazie a un
bilancio che, nella sua forma definitiva, sarà molto simile a quello annunciato dal ministero all’inizio delle trattative, dopo aver consultato il governo. I sindacati lo sanno bene, e dopo aver strappato la promessa di un aumento simbolico a tre cifre (si parla sempre di importo lordo, quindi non si vede
nelle tasche dei dipendenti a fine mese), hanno si rese conto che la chiave era accelerare la firma del contratto. Perché dobbiamo ricordare che si tratta di un contratto scaduto da quasi quattro anni, e che quindi può servire come punto di partenza migliore di qualsiasi altra cosa prima di ridiscutere
sulla base di altre statistiche che dovrebbero essere già in vigore. C’è però da presumere che il dibattito sul nuovo contratto non potrà attendere altri quattro anni o più, ma dovrà iniziare subito. Questa è una clausola che consentirebbe al ministero di concludere rapidamente i colloqui in corso.
L’accordo attualmente provide per un aumento di 100 euro a insegnante, con modifiche future previste visto che la somma di partenza è di soli 90 euro. Non si può infatti trascurare il budget a disposizione di 2 miliardi di dollari. Una cifra che dà diritto agli insegnanti a un aumento di stipendio
del 3,8 per cento, ovvero circa 90 euro lordi, o 50-55 euro netti in busta paga. Sebbene questa non sia un’indicazione di un’inflazione fuori controllo, è un segnale cruciale per le discussioni future. Poi ci sono gli arretrati da pagare per i miliardi con cui si sta concludendo l’accordo. Un incremento che
ricomprenderebbe il fattore di perequazione di 11,50 euro medi che il precedente CCNL 2016-2018 aveva previsto.
