
Stefano D Orazio Malattia – Tutto è pronto per il consueto appuntamento domenicale di Domenica In. La moglie di Stefano D’Orazio, Tiziana Giardoni, e Red Canzian, suo amico di lunga data, sono tra i visitatori di oggi a casa di Mara Venier. Stefano D’Orazi è nato il 12 settembre 1948 a Roma ed è scomparso il 6 novembre 2013 a Roma. All’età di 15 anni, ha iniziato a imparare a suonare la batteria e si è unito a diverse band prima di unirsi ai Pooh nel 1971. Dal 1971 al 2009 ha servito come batterista, paroliere, cantante, regista e suonatore di flauto traverso di Pooh. Stefano non è stato solo il manager del gruppo, ma ha anche scritto i testi di molte delle canzoni del gruppo, alcune delle quali sono passate alla storia della musica italiana.
I problemi del coronavirus hanno costato la vita a Stefano D’Orazio il 6 novembre 2020 al Policlinico Gemelli, nelle ore tarde della notte. Aveva 72 anni. Loretta Goggi, Giorgio Panariello e Vincenzo Salemme hanno fatto la rivelazione della scomparsa in diretta tv durante le trasmissioni Tale and Which Show poche ore dopo. I funerali si sono svolti il 9 novembre presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto, dove è stato sepolto insieme ai genitori nel cimitero di Maccarese. È stato omaggiato da Rai 1 il 5 dicembre 2021, con una serata speciale di aneddoti e documenti inediti.
L’amato batterista dei Pooh, Stefano D’Orazio, è scomparso di recente. Morì all’età di 72 anni nel 2020. Fu ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma il 6 novembre 2020, dove rimase per sette giorni. La notifica della morte di un noto musicista è stata ampiamente pubblicizzata.
Fu Bobo Craxi ad annunciare inizialmente la morte di Stefano su Facebook. Bobo Craxi è stato così gentile da incoraggiare il suo amico a contribuire al sito. La morte di Stefano D’Orazio è ancora un mistero. Per comprenderlo meglio, condividiamo la sua storia. Era passato un anno da quando a Stefano D’Orazio era stata diagnosticata una malattia pericolosa per la vita. Dopo la sua morte, la moglie, Tiziana Giardoni, gli rimase vicino. Si frequentavano da molto tempo quando si sono sposati nel 2017. I commenti di Tiziana sulla morte del marito, in cui affermava di aver perso una parte di se stessa, sono stati particolarmente devastanti.
Stefano era un simbolo della sua robustezza, aggiunse, e le sarebbe mancato. Nessuno aveva previsto l’improvvisa scomparsa del musicista. L’artista, invece, sembrava essere sulla via della guarigione e aveva in cantiere numerosi progetti. In seguito, le sue condizioni di salute hanno iniziato a peggiorare a causa del Covid 19.
L’artista combatteva da quasi un anno la leucemia quando ha contratto il coronavirus, ed è possibile che sia stato reso troppo debole per combattere la malattia. Inoltre, sappiamo che Stefano ha trascorso l’ultima settimana della sua vita in isolamento, come anche il i familiari più stretti non sono stati autorizzati a visitare a causa dell’emergenza sanitaria imposta dall’epidemia.
I tifosi che avevano seguito a lungo Stefano D’Orazio hanno sentito la sua perdita quando è morto improvvisamente. Stefano è stato descritto come un fratello e un compagno di vita dai suoi compagni esploratori, gli altri artisti che compongono i Poohs. Lodavano il carattere del loro amico, ritenendolo un individuo moralmente retto e degno di fiducia.
suonava la batteria e cantava e scriveva testi mentre agiva anche come regista in Italia. Membro dei Pooh dal 1971 al 2009, ha anche scritto alcuni dei testi di alcune canzoni della band durante il biennio 2015/2016, periodo in cui è stato anche il manager della band. Con la sua prima band, ha iniziato a suonare la batteria, che ha ottenuto di seconda mano, negli anni del liceo con il nome della band da cui ha acquistato la batteria ispirata al beat: The Kings. Cambiarono il loro nome in The Sunshines e iniziarono ad esibirsi in un club alla periferia di Roma, suonando esclusivamente composizioni strumentali degli Shadows perché mancavano i fondi per acquisire un sistema vocale; Stefano ha anche esordito come poeta, componendo i testi di Ballano maschile.
Dopo questo primo incontro, D’Orazio si accontentò di fare da colonna sonora allo spettacolo underground di percussioni e voce di Carmelo Bene e Cosimo Cinieri “Osram”, tenuto per un breve periodo al club “Beat ’72”. Successivamente si unì alla cosca Italo e al suo complesso, che fu soprannominato I Naufraghi dopo il suo ingresso. I gruppi “Piper” di ritorno in Inghilterra si esibirono nelle “Cantine Club” da lui aperte a Roma dopo quel breve soggiorno. Ha collegato questa attività al suo lavoro a turni presso la RCA in modo da poter pagare una parte delle sue bollette e la batteria Ludwig.
L’attore Marcello di Falco è intervenuto a favore di D’Orazio perché potesse recitare in diversi film a Cinecittà per raccogliere fondi per sé e non gravare sul bilancio familiare: Rita la figlia americana; Capriccio all’italiana, dove recitava letteralmente ai piedi di Tot; Bill il taciturno; Django spara per primo a Little Rita in the Far West The Age of Per il prezzo d’occasione di $ 100.000, ti assassinerò di fronte a una specifica Giuliana.
The Planets, Pataxo & the Others e Il Punto sono i prossimi gruppi a cui si unisce dopo, ed è conloro che lavora alla colonna sonora del film Ettore lo fusto, da cui è tratto un disco a 45 giri. Il Punto è l’ultimo gruppo a cui si unisce.
Entra a far parte dei Pooh l’8 settembre 1971, in seguito alla scarcerazione di Valerio Negrini, su consiglio di Pino Tuccimei. Giancarlo Lucariello aveva delle riserve sull’assunzione del batterista, ma la band lo accettò comunque; dopo una settimana di prove al Vun Vun di Roma, ha esordito in Sardegna il 20 settembre. Da solista, il primo brano ad essere cantato in concerto è stato Tutto alle Tre Tre di Negrini, che ha preso da lui.
