Stefano Barbato Malattia

Spargi l'amore
Stefano Barbato Malattia
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Stefano Barbato Malattia – AmaLia nasce a Cicciano da una storia d’amore tra due donne e dalla tenacia del ragazzo che le amava. La madre e la moglie di Barbato De Stefano, Amalia e Lia, sono scomparse dopo un periodo di tempo. L’attore e regista di Cicciano ha deciso di fondare AmaLia come società senza scopo di lucro. De Stefano, volto noto di programmi televisivi come Don Matteo 7, La Squadra e Provaci Ancora prof, si apre sulla “tempesta” che lo ha quasi distrutto.

Tutto è iniziato con la scoperta della malattia di sua moglie e l’inizio della loro collaborazione. Non un lamento per la perdita di vite umane, ma una celebrazione di essa. È difficile, ma devi provarci, dice De Stefano. “Ai coniugi che stanno soffrendo, voglio consigliare di combattere: è difficile, ma bisogna provarci”. L’obiettivo dell’organizzazione è promuovere la donazione di organi e fornire assistenza ai malati di cancro.

Cicciano, dove De Stefano è nato, e Roma, dove attualmente risiede l’attore, sono le due città in cui l’organizzazione è attiva. Durante la presentazione di “Napoli Vincente” allo stadio di Pomigliano d’Arco mi sono imbattuto in Lia. Non mi ci è voluto molto per chiedermi chi fosse quella bellissima ragazza simile a una ballerina. Secondo De Stefano, “era una strada a doppio senso”. Gli amanti delle lunghe distanze possono utilizzare AmaLia come una macchina del tempo.

La vitalità della giovane coppia non è stata soffocata dalla diagnosi di una malattia avanzata. Pochi mesi dopo aver ricevuto la devastante notizia Barbato, si inginocchia davanti a lei nel modo più romantico possibile: per fare la proposta di matrimonio, che lei accetta. Eravamo legati come Romeo e Giulietta e la cosa più bella è stata che abbiamo scelto di farlo all’ultimo minuto”, dice l’attore. Indossavo collant e scarpe a punta. Per lui, lei era l’epitome di quelle caratteristiche: ottimista , vivace e piena di vita.

Stefano Barbato Malattia

Pochi mesi dopo la scomparsa di sua madre, Amalia, ha incontrato Lia, una signora che non aveva mai incontrato prima. Il trapianto è andato bene, ma c’era un problema. Nonostante la sua tenera età, Amalia ha lasciato un marito e sei figli. Quando Lia aveva 12 anni, le fu diagnosticato un linfoma di Hodgkins, che fu sottoposta a cure a Parigi. È stata un’esperienza potente. Secondo l’attore, molti dei suoi colleghi erano in ospedale da molto tempo.

Di conseguenza, l’eredità dei suoi cari è quella di aiutare i malati di cancro, in particolare i giovani. A Cicciano, l’idea per AmaLia è nata da Lia. È stata in grado di rendere le cose cristalline in pochi secondi. Sua moglie aveva anche immaginato un luogo in cui il gruppo potesse incontrarsi: un patio dove i membri potessero riunirsi con amici e colleghi, famosi e non, per esibirsi la sera.

Non si tratta delle statistiche, ma delle espressioni di amore e generosità e della raccolta di donazioni per gli ospedali. L’inaugurazione di AmaLia a Roma e una delle sue prime serate sono avvenute così. I limoni di Sorrento sono usati per esaltare e illuminare la scena su una terrazza che è stata trasformata in palcoscenico dalle sfumature del tramonto. AmaLia non ha ancora una presenza fisica a Cicciano, ma l’azienda sta già facendo affari lì.

E se Lia avesse tenuto presente i primi accorgimenti presi dal gruppo Barbato De Stefano, saprebbe come portare a termine il progetto. Attualmente, l’attore sta lavorando a uno spettacolo che spera di dedicare al suo interesse amoroso. Lo definisce un “grande monologo”, in cui rievoca episodi della vita quotidiana con un sorriso ironico e cinismo. L’attore dice: “Il finale è noto e non è felice”.

Allora perché non raccontare le piccole e divertenti schermaglie quotidiane, le uscite al ristorante, il teatro e le feste in programma? “Al momento De Stefano ha in programma di iniziare con Cicciano, per poi passare a Roma, Bergamo e Parigi. Nel frattempo, l’obiettivo è organizzare incontri mensili e mostre da maggio a settembre.

In futuro si terranno anche laboratori per bambini e attività sportive. è in realtà il vero affare. La cucina è sempre stata parte della mia vita, ed è iniziata quando ero bambino. Mia madre mi dice che quando avevo circa 2 anni, ha messo una sedia vicino al fornello e mi ha fatto fingere di essere una cuoca STREGA mentre preparava.

Abbiamo condiviso salse e cibi fatti da lei quando eravamo più giovani. I miei ricordi di questo periodo sono confusi e confusi, ma si concentrano su quelle immagini. Come se fossi un mago, ho usato il cucchiaio di legno per fare i versacci come se il famoso vaso magico con un elisir magico fosse davanti a me. Ad esempio, “Passami le ali di pipistrello” o “Manca un pizzico di rana pescatrice” e così via… Ricordo.

Naturalmente, ricordo anche le catastrofi culinarie che ero solito inventare. La mattina presto, all’età di circa tre o quattro anni, mi alzavo, macinavo il caffè e lo servivo ai miei genitori in modo che si svegliassero e lo bevessero. Una mattina ho preparato una tazza di moka quando ho trascurato di metterlo acqua nel bollitore. Per salvarsi, mia madre desiderava così disperatamente salvare la sua caffettiera che l’ha buttata fuori dalla finestra, dicendomi che io Potrebbe esplodere da un momento all’altro….

In un altro caso, mentre macinavo il caffè, ho tolto il coperchio del macinacaffè e tutta la polvere di caffè sparsa per tutta la cucina, affascinato dall’evoluzione del caffè. Non è stato quello… la vera calamità è stata Pochi minuti dopo, ho tentato di pulire le tende, le pareti, i mobili e il pavimento con una spugna imbevuta di acqua calda. Puoi solo immaginare la sorpresa di mia madre quando si è resa conto di cosa era successo. Tuttavia, da bambino, avevo ancora una predilezione per i privilegi “poetici”. All’epoca non avevo più di quattro anni.

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