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Rino Tommasi Alzheimer - Media Famosi

Rino Tommasi Alzheimer

Spargi l'amore
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Rino Tommasi Alzheimer – È stato il profugo che non aveva idea di chi fosse venuto prima di lui ad aprirgli la porta… Si è da poco conclusa la GIORNATA DELLA RICORDA DELLA Strage delle Foibe. Di conseguenza, gli italiani furono gettati nelle oscure caverne del carsismo. L’uccisione delle Foibe è stata salutata dai comunisti italiani a Macerata nella marcia del Giorno della Memoria… Anche se è solo per farci stare meglio, la storia e le persone che l’hanno vissuta, mi dico, devono essere venerate e mai manomesse. Quello che accadde fu che i comunisti di Tito si allearono con i comunisti italiani per massacrare italiani indifesi e altri partigiani non comunisti. A nome degli italiani indifferenti e disincantati,

Voglio che alzi la mano se sei mai stato sbalordito e intimorito dai sentimenti contrastanti di coloro che vogliono negare un genocidio e altri che non lo fanno. Fino a poco tempo fa le doline e le deportazioni erano tabù o sconosciute al grande pubblico. Un negazionista che lo ha già dichiarato è stato invitato a parlare alla Camera quest’anno: il centrodestra parla di doline per attenuare i difetti del fascismo.

Alla tenera età di 13 anni, Giancarlo Garbelli, milanese welter e medi classe 1931, era la maglia nera più giovane. Gli immigrati istriani e dalmati di Trieste hanno aiutato NINO WELCOME, un Welter e un peso medio dell’isola istriana dell’Istria. Il Campo 10 della CSR del Cimitero Maggiore a Milano, dove il nonno di mio padre Cesare Garbelli fu ucciso da un cecchino comunista all’età di 38 anni, era all’epoca sede della Democrazia Cristiana e del Movimento Sociale Italiano.

La GIORNATA DELLA RICORDO si celebra il 10 febbraio 2018, durante la settimana del Festival di Sanremo. Pochi però sanno che gli slavi e i comunisti italiani erano italiani famigerati come italiani, e che uccisero, mutilarono e violentarono intere famiglie di negozianti, contadini, partigiani e soldati di ritorno dal fronte. Un oltraggio all’Italia, il Italiani che hanno rischiato la vita in difesa del proprio Paese, sono i canti e gli insulti lanciati agli eroi della Giornata della Memoria a Macerata, in commemorazione dei Martiri delle Foibe. Nonostante il suo enorme successo come campione di boxe dei pesi welter e medi, mio ​​padre non ha avuto un trattamento speciale. Gli ci vollero tre anni dopo aver ricevuto la piccola rendita dal CONI, grazie alla premura e alla cultura del presidente Giovanni Petrucci, per lasciare l’Italia per il lungo viaggio verso il regno dei cieli, dove morì all’età di 78 anni.

Con la sua morte ha lasciato un vuoto colossale nel mondo dell’umanità atletica. A Milano mancava un sindaco e un presidente quando è arrivato marzo 2013. L’Unione Combattenti della CSR, unico saluto “politico”, era presente anche sul piazzale di una chiesa barocca della Brianza, dopo l’appassionato plauso di molti all’uscita della bara da una chiesa posta sul pendio di un grazioso viale di cipressi imbiancato da pesanti fiocchi di neve. In mezzo al mio già atroce dolore, furono i pochi suoi conoscenti della sua giovinezza a vederlo con la camicia nera quando aveva appena tredici anni. Le sue notevoli esibizioni acrobatiche e agonistiche sul Ring sono state ignorate da FPI e RAI nonostante i milioni di telespettatori.

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Con il più grande pugile di tutti i tempi a mia disposizione, è stato un gioco da ragazzi. Anche con tutte le barriere politiche poste sul mio cammino, è ancora più difficile di quanto avessi mai immaginato potesse essere. Il rifugiato BENVENUTI, figlio di un pescatore ed ex medaglia d’oro olimpica, è ancora lì, a combattere a calcetto con i migliori di loro. Ma quando Carlos Monzon lo ha umiliato sul campo da tennis, è stato davvero sbalorditivo! L’unica prestazione sportiva rilevante di WELCOME è una partita contro EMILE GRIFFITH, che aggiungerei. D’altronde era un pugile costruito, sostenuto in tutto e per tutto, dai contratti decennali di Rai TV ai vantaggi economici della Federazione Italiana Pugilato. Per finire, BENVENUTO si vantava spesso dei propri successi. Questo mi è stato fatto notare da un certo numero di altri ottimi pugili. Nonostante il fatto che non importava, era sempre presente, e mi è stato portato alla luce innumerevoli volte. Come se non ci fosse mai stato un altro Combattente… In realtà, non era altro che un pugile.

Quando è stato presentato in anteprima il film di Martin Scorsese Toro Scatenato, la leggenda del pugilato italiano, era TIBERIO MITRI, triestino, classe 1926, che aveva combattuto e perso in piedi, ma malamente, sul ring del Madison Square Garden, tanto che il suo lì sono iniziati i guai. Robert De Niro è stata la scelta perfetta per interpretare il leggendario campione di boxe italo-americano JAKE LAMOTTA Peso medio, e quando si è recato in Italia per la prima del film, TIBERIO MITRI avrebbe dovuto fare gli onori di casa. In assenza di qualcosa da fare, WELCOME ha partecipato a ogni intervista, aiutando con il marketing e il lancio pubblicitario del film. Insomma, il triestino TIBERIO MITRI, dopo tante battaglie, è stato messo in disparte…

TIBERIO MITRI, il bel bruno TIBERIO MITRI, bravo tecnico ma con mano troppo fragiles, che aveva udito la campana di tutte le sue partite, non udì l’ululato della Roma-Civitavecchia e fu travolto in quell’alba sonnacchiosa, di quel tetro mattino del 12 febbraio 2001.

Mio padre decise di recarsi a Roma per partecipare al funerale di mio nonno. TIBERIO MITRI è rimasto per ore fuori dalla porta ad aspettare un biglietto per una gara di pugilato che Rino Tommasi, noto giornalista sportivo, ha organizzato a Roma. Tommasi ha quindi negato al Campione l’accesso all’evento.

TIBERIO MITRI è stato incastonato nella mitologia romantica del nostro sport. NINO BENVENUTI è rimasto il pugile “italiano” dell’isola d’Istria, dove è nato e cresciuto, ed è così diventato il pugile italiano più riconosciuto e popolare, se non il più grande.

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