Paolo Galdieri – È docente di informatica giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Luiss – Guido Carli, penalista e cassazionista.Coordinatore della Didattica del Corso di Laurea Magistrale in Diritto e Teoria e Tecnica della Standardizzazione nel Settore dell’Informatica presso l’Università La Sapienza di Roma. Sia presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma che presso l’Università di Chieti – Facoltà di Economia,
ha tenuto lezioni di Diritto Penale Informatico. Ha insegnato Informatica come professore a contratto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, e ha insegnato Diritto Penale e Diritto Processuale Penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Unitelma Sapienza. Ha insegnato diritto del crimine informatico presso l’Università di Lecce, l’Università LUMSA di Roma e l’Università di Chieti-Pescara.
È autore di oltre cinquanta opere in materia di diritto del crimine informatico, tra cui i libri Teoria e pratica nell’interpretazione di Crimine Informatico e Manuale di Diritto del Crimine Informatico. Sia Sicurezza e Privacy in Azienda che Cyberterrorismo sono stati da lui co-autori con Marco Strano e Corrado Giustozzi. Criminalità informatica: una rassegna elettronica di diritto, economia e gestione, n. 3 e Questioni legali di informatica nella Conferenza elettronica di Milano,
Giuffré, 1996. Ha scritto nel 2005 il “Manuale delle procedure legislative delle misure informatiche e di rete nelle nazioni dell’UE”, che include la sua relazione sulla legge e procedura italiana sulla criminalità informatica.In Ottobre 2001, ha presentato le sue conclusioni su “Il crimine informatico nella pratica giudiziaria” al “I° Congreso Mundial de Derecho Informatico” a Quito. Relatore di una relazione dal titolo “Italian Criminal Legislation Concerning ICTs” al convegno sul cybercrime svoltosi presso la UAE University di Dubai il 24 novembre 2010.
Collaboratore esterno in materia di cybercrime per Riviste Giuridiche, tra cui la Law Guide de Il Sole 24 Ore , e ospite nel programma televisivo Ballar su Rai Tre in qualità di esperto dal 2002 al 2013; Segretario generale dell’ANDIG (Associazione Nazionale Insegnanti di Informatica Giuridica). La missione di Computer Forensics è fornire assistenza legale giudiziale e stragiudiziale nel campo in crescita dei crimini digitali. Questi crimini includono diffamazione online, frode nei servizi bancari online, phishing, furto di identità, violazioni della privacy,
violazioni del copyright e diffusione di pornografia infantile e altre forme di abuso di minori online. Entrando a far parte di BLB Studio Legale, sarà responsabile del nuovo Dipartimento di Cyber Crime, Computer Forensics, Cyber Security e Cyber Warfare della società. Paolo Galdieri, avvocato con una vasta esperienza nel settore, offre servizi di consulenza ad aziende sempre più vulnerabili al crimine informatico come il furto di dati, il ricatto e l’estorsione digitale.
Il suo lavoro avrà un impatto sia sul settore della Cyber Security, che comprende gli strumenti e i metodi utilizzati per salvaguardare computer e reti, sia sul campo della Digital Forensics, che cerca di individuare, raccogliere, conservare e analizzare le prove digitali da utilizzare in tribunale. Cyber Warfare, o “guerra cibernetica”, è l’uso di sistemi elettronici, informatici e di telecomunicazione nel tentativo di intercettare, alterare e distruggere i sistemi di informazione e comunicazione “nemici”. I servizi in questo campo, compresa la consulenza e la formazione,
saranno finalmente a disposizione delle forze armate e del settore istituzionale. Interpellato sull’impatto della nuova divisione, uno dei soci fondatori di BLB, Alessandro Benedetti, ha dichiarato: “Il prezioso contributo del nuovo Dipartimento presieduto dall’Avv. Paolo Galdieri consentirà a BLB Studio Legale di garantire un supporto legale e nei confronti delle imprese che incontrano sempre più problematiche in materia di sicurezza dei dati, anche dei propri clienti.”
L’esordio di BLB Studio Legale “riesce a garantire un supporto completo anche nel settore del diritto penale ai massimi livelli di eccellenza”, come rimarca il partner di BLB Silvano Lorusso, “con particolare attenzione alle sanzioni commerciali e fallimentari, ma anche alla categoria dei reati informatici .” Si è formato presso la Scuola di Diritto Penale del Prof. Aldo Casalinuovo, dove si è laureato con il massimo dei voti. Fin dai suoi studi di dottorato, Paolo Galdieri è stato allievo del Prof.
Vittorio Frosini, l’uomo accreditato di aver fondato il campo dell’informatica giuridica in Italia. Oltre all’incarico di Professore Ordinario di Informatica Giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Luiss – Guido Carli, ha insegnato Diritto Penale Informatico presso l’Università Luiss di Roma e l’Università degli Studi di Chieti – Pescara G D’Annunzio, nonché in Diritto Penale e Diritto Processuale Penale presso Telma Università Telematica di Roma. È il segretario generale di ANDIG e anche il direttore della sezione Digitalcrime della rivista online Key4biz.
I suoi numerosi libri e articoli includono una delle prime opere italiane sulla criminalità informatica, la monografia Theory and Practice in the Interpretation of Computer Crime. A seguire appuntamento “un caffè con…” con SC Avvocati Associati partner e fondatore Vittorio Colomba e l’avvocato del Foro di Roma Paolo Galdieri, dottore di ricerca in Informatica Giuridica e Diritto dell’Informatica e docente di Diritto Penale Informatico e Giuridico Informatico presso la Luiss Guido Carli di Roma.
Il nuovo libro di Galdieri, “Il diritto penale dell’informatica: diritto, giudice e società”, è in uscita per Giappichelli Editore nell’ambito della collana Bibliotheca. La narrativa criminale di Garlasco e Perugia fornisce molto materiale stimolante, alcuni dei quali si riferiscono all’informatica. Utilizzando metodi computazionali, siamo in grado di confermare le storie degli apologeti e,
leggendo i blog dei sospettati, possiamo avere un’idea di chi sono come persone. L’importanza essenziale delle tecnologie nelle indagini è coerente in tutti i luoghi e le istanze. Né il luogo né lo scopo di partecipare a opinioni innocenti o colpevoli dovrebbero essere utilizzati per commentare il merito delle azioni compiute dagli organi investigativi. Fino a poco tempo fa, l’alibi di un individuo era per lo più verificabile attraverso testimonianze,
ovvero attraverso la conferma di quanto dichiarato dall’indagato in merito ai suoi spostamenti. Questi due casi sono interessanti perché mostrano come lo studio e la comprensione della natura delle tecnologie possa avere un nuovo impatto sulla fase di accertamento del reato e di identificazione del suo autore.