Mino Damato Malattia -È morto il giornalista televisivo Mino DAmato, 72 anni. Ha iniziato a lavorare per la Rai nel 1968 ed è diventato rapidamente reporter di guerra, coprendo Vietnam, Cambogia e Afghanistan. È stata la prima persona nella storia a creare un satellite direttamente dalla prima linea, ed è stato in Afghanistan. Ha fatto la storia della televisione quando ha incrociato carboni ardenti in un episodio di Domenica In della stagione 1985-86.
Una versione davvero eccezionale, che vedeva oltre a DAmato il Trio Soenghi, Marchesini, Lopez, Elisabetta Gardini e Gina Lollobrigida. Il giornalista Mino Damato è sempre stato una figura intrepida, impavida e dirompente. È stato ideatore e conduttore del programma per famiglie a tema scientifico Alla ricerca dell’arca. Dopo aver collaborato con Rete 4 e Montecarlo, è tornato alla Rai.
In particolare si è dedicato ai bambini orfani in Romania che convivevano con l’AIDS e si è attivato attraverso adozioni e altre forme di progetti. È stato uno dei primi giornalisti a presentare in televisione la tragica questione dell’AIDS. Prima di elaborare una Lista a favore di Rutelli, era entrato in politica nel 2000, prima con Alleanza Nazionale e poi con Forza Italia. Da tempo combatte contro il cancro.
Un acclamato giornalista e conduttore televisivo, Mino Damato. Dopo una lunga battaglia in ospedale, dove pare fosse giunto già in gravi condizioni, muore nel 2010 all’età di 72 anni. Damato inizia la sua carriera in Rai nel 1968 dopo essere nato a Napoli nel 1937 ed essere stato battezzato nell’Erasmo. ufficio del registro. Prima di essere trasferito in zone di conflitto come Vietnam e Cambogia, qui ha fatto parte della redazione del Tg1. È apparso in TV negli anni ’70 come conduttore e creatore di alcuni programmi popolari che ricordiamo ancora.
“Viaggiare tra le stelle”, che ha il vantaggio di aprire le porte a iniziative più culturali. Nella stagione 1985-86 ha anche diretto Domenica In, che comprendeva Elisabetta Gardini e la compagnia comica Lopez-Marchesini-Solenghi. Ha lavorato anche per Mediaset e Telemontecarlo. All’inizio degli anni ’90 ha diffuso la televisione per concentrarsi sulle cause umanitarie e ha creato l’organizzazione benefica “Children in Emergency” per aiutare i bambini malati di AIDS.
Damato Mino Silvia Saini, mia moglie, è stata al suo fianco nei suoi ultimi momenti. Hanno due figli insieme, Andrea e Donatella. Solo due giorni dopo la tragedia, hanno deciso insieme di informare i media della sua scomparsa. In quell’occasione è stato comunicato un messaggio traboccante di amore e ammirazione: “Secondo i familiari citati in un comunicato stampa, Mino era un uomo che guardava in alto per cercare la sua luna piuttosto che comportarsi come persone che si fissano il dito.
Si è esposto a giudizi e critiche a causa della sua vita di avventuriero e del suo lavoro pionieristico nei media, nelle scienze e persino nella politica. Ha costantemente mostrato una strada davanti a sé. Non tutti hanno avuto il coraggio di farlo. La sua solitudine è stata una caratteristica distintiva di questi giorni aridi. Questo viaggio non finirà mai per Mino e tutti coloro che lo amano. Mino Damato, giornalista che ha goduto di difficoltà ed ex conduttore televisivo, è andato via. Nasce nel 1937 a Napoli.
Negli ultimi anni è stato attivo nella lotta all’AIDS oltre che nell’ambito del volontariato e della solidarietà. Da allora è stato “epurato” dai principali circuiti di informazione e per qualche tempo è andato via dal minuscolo schermo. Dopo aver adottato una ragazza rumena malata, scomparsa all’età di nove anni nel 1996, ha fondato nel 1995 la Fondazione Bambini In Emergenza per prendersi cura dei bambini abbandonati con l’AIDS. “Scomunicando.it” richiama alla mente la dedizione e la costanza di questo eccezionale giornalista nonché il suo carattere morale.
Si onora i familiari defunti del noto giornalista e conduttore televisivo Mino Damato, scomparso venerdì pomeriggio. La famiglia cita “quelle della follia delle guerre, che egli osservò in prima persona e quelle particolari che lo spinsero a scegliere con amore totale la sorte dei bambini meno fortunati” come esempi dei drammi studiati da Damato. Si specchiava negli occhi di Andreia.
la minuscola rumena, la cui breve esistenza l’ha illuminata, anche quando gli occhi di Mino hanno lasciato trasparire il suo dolore, e che, per decisione non formale ma genuina, è diventata sua figlia. Damato “ha vissuto molto come esploratore e pioniere mediatico, scientifico e anche politico e si è sottoposto a giudizi e critiche, spesso ingiuste, rivolte esclusivamente a coloro che non vivono di conformismo e ottusità”, afferma la famiglia. Ha costantemente mostrato una strada davanti a sé.
Non tutti hanno avuto il coraggio di farlo. La sua solitudine era una caratteristica distintiva di questi giorni aridi. Ha dato l’esempio per tutti noi “guardando oltre con audacia, dedizione ed entusiasmo”. Ci sono alcuni viaggi che vorresti non finissero mai, indipendentemente dalla meta da raggiungere, anche la più ambita. Arrivano alla conclusione che questo viaggio non sarà mai finito per Mino e per tutti coloro che lo amano”.
Ho un legame speciale con la sua famiglia e la comunità Rai, a cui Damato ha contribuito molto con professionalità e carità. In un messaggio di cordoglio per il rapimento di Mino Damato, il ministro degli Esteri Franco Frattini sottolinea questo punto. Frattini dice: “Damato non era semplicemente un brillante professionista; Penso a lui quando penso alla compassione e all’affetto, ma anche all’apprezzamento, che tante persone in così tante aree del globo hanno per noi italiani.
Un giornalista meraviglioso che ci ha illuminato e ha raccontato importanti svolte negli ultimi decenni della nostra storia. Inoltre, Mino si è distinto per la sua dedizione all’umanità e alla società. “Mi riferisco, in particolare, dice il ministro, ai tanti ragazzi che hanno beneficiato molto della generosità di Mino e che ho avuto modo di incontrare e accogliere durante il mio recente bellissimo viaggio in Romania.