
Michele Migliaccio Arresto – La “banda di onesti” di Toto operava da Trani. I carabinieri hanno ucciso venerdì sera una rete di frodi finanziarie ben collegata, che da tempo produce documenti e pagamenti fraudolenti. Quindici persone sono state trattenute dai militari con l’accusa di associazione a delinquere che coinvolge la commissione di frode.
Falsificazione di documenti, distribuzione di etichette contraffatte e distribuzione di sostanze illegali. Il gip del tribunale di Trani Michele Nardi ha emesso la direttiva su richiesta del sostituto pm Antonio Savasta. Michele Migliaccio, Gaetano Di Lernia, Tommaso Pasquale Casieri, Mario Minerva, Francesco Sorrenti, Antonio Rosa, Vito Corda, Vito Zingarelli.
Domenico Pignataro, tutti di Trani; Raffaele Vaccina ed Edda Moschetta, da Andria, di Nicola Pilato e Filiberto Antonio Lomanto, di Corato; Attili Se ne vogliono altri due. Francesco Sorrenti, un mago del computer in grado di “scansionare” e fare copie false di documenti di qualsiasi tipo, era la mente dietro l’operazione. Le sue vittime erano ben consapevoli di essere state ingannate.
Il gruppo ha anche utilizzato diverse carte contraffatte che portavano le sembianze dei suoi membri. Alcuni componenti della cosca si sono recati presso le numerose concessionarie della zona per acquistare auto di lusso con il documento, un codice fiscale falso, e una busta paga ottenuta con noleggi fittizi, grazie alla complicità degli imprenditori Migliaccio e Di Lernia, titolari di un mercato e una società di costruzioni, rispettivamente.
A seguito di una conversazione di conferma, alle istituzioni finanziarie sono stati inviati i documenti necessari e hanno dato la loro approvazione per andare avanti con il processo di finanziamento. Dopo il pagamento iniziale si è verificata un’interruzione di corrente. Le automobili scomparse furono probabilmente spedite all’estero.
Oltre all’hashish e ai francobolli assicurativi contraffatti, il gruppo era anche coinvolto nel commercio di contraffazione. Il capitano Pierluigi Rinaldi guidava la squadra di inquirenti che ha scoperto il traffico. Hanno osservato il fenomeno per due anni prima di terminare il gioco e durante quel periodo hanno spesso fatto ricorso alle intercettazioni.
Le persone coinvolte nella scoperta accidentale della rete stavano esaminando possibili casi di usura. Purtroppo nemmeno le istituzioni finanziarie avrebbero potuto aiutare le indagini. Sono usciti dai locali appena in tempo, poiché anche un panda, la quinta macchina, ha preso fuoco poco dopo che se ne sono andati. Danneggiati i veicoli parcheggiati nel cortile dell’edificio.
L’incendio ha completamente bruciato un lato della facciata dell’edificio, distruggendo tutti gli arredi a vista sui balconi e mandando in frantumi le finestre. Diversi enti, tra cui la Direzione Operativa di Cosenza ei Carabinieri della Compagnia di Rende, hanno avviato le indagini sull’accaduto. L’uso di questi metodi è piuttosto coerente in tutta Italia, con il Lazio che ha il totale più alto, seguito da Lombardia e Campania.
Quando si tratta di reclami per ostacoli generici all’informazione, il Lazio è al primo posto, con 15 incidenti segnalati, molto più avanti della regione al secondo posto, la Puglia, con solo 9 denunce. La mappa mostra le varie forme di intimidazione segnalate all’Osservatorio nel periodo 2011-2018 in tutta la penisola italiana.
I meno gravi includono striscioni o insulti visualizzati di persona o su Internet, sui social media o sulla stampa; i più gravi includono attacchi fisici, furto di materiali e strumenti, incendi, esplosioni e minacce di morte; e tutto il resto. Una delle storie più note degli ultimi tempi è quella di Federica Angeli, vigilata dal 2013 per aver documentato e svelato le azioni illegali del clan Spada di Ostia.
Cioè, fino a quando la polizia non ha fatto irruzione nell’area, aiutata dai membri della Squadra Mobile. Dopo l’arresto e la conferma del giudice Migliaccio, è stato mandato in carcere e l’altro ragazzo che era stato trovato a casa sua è stato interrogato con l’accusa di aiuto personale e favoreggiamento.
Era sfuggito alle autorità per oltre un mese nascondendosi in un appartamento dopo essere fuggito dall’aula al termine del processo per linea diretta, per il quale era stato condannato alla detenzione domiciliare. Carmelo Migliaccio, 29 anni, è stato catturato dopo essere stato in fuga e ricercato dal 22 maggio di quest’anno.
Una casalinga di Mendicino ha detto che la sua casa è stata svaligiata e che sono stati rubati diversi gioielli d’oro. Un negoziante di Corigliano ha denunciato l’ennesimo furto. I carabinieri hanno invaso la casa di un uomo ignaro e si sono portati via alcuni gioielli d’oro e una pistola ad aria compressa liberamente commercializzata.
Francesco Fino, responsabile dell’Ente Parco del Pollino, ha condiviso il suo pensiero sulla questione “preoccupazione e rabbia per quanto accaduto. Se la teoria si rivela corretta, allora sappiamo che dobbiamo educare il pubblico affinché possa aiutare a proteggere il Parco da futuri incidenti come questo che minacciano la sua stessa esistenza Consideriamo il progetto di reintroduzione del grifone Parco del Pollino cruciale per lo sviluppo
e l’area intorno al parco”.
Durante la loro permanenza in Basilicata, i vigili del fuoco hanno soccorso un pastore che si era rifugiato in una grotta dal freddo della sera. Le istituzioni provinciali in questi mesi hanno sempre concordato sul nostro lavoro, ha affermato l’assessore Gagliardi. I criteri dei redattori della proposta per determinare la linea di base dei servizi richiesti non erano per noi accettabili.
Ad oggi nessuno degli altri imputati si è presentato in quanto il processo è già iniziato in contumacia contro il primo gruppo, con facoltà di sporgere denuncia a loro carico in seguito. 21. ° La neoeletta amministrazione fu obbligata a nominare Carascosa ministro della Guerra dopo che il partito vincitore avesse ottenuto il voto popolare, e accettò volentieri l’incarico.
La sua attiva collaborazione allo scopo della setta rendeva sempre più evidente che aveva tradito il suo onore di Sovrano e militare nella spedizione a lui affidata. A Corato, Terlizzi, Trani e Bisceglie spacciavano le loro mercanzie ovunque si radunassero i giovani. Queste ‘piazze’ si trovavano nella parte nord di Bari, dove aveva sede la presunta banda di narcotrafficanti prima di essere oggi sconfitta dai carabinieri.
