Martina Ciontoli Oggi – Martina Ciontoli sta scontando la pena a Rebibbia per la morte del suo fidanzato, Marco Vannini. Ma in che modo il suo tempo dietro le sbarre l’ha sminuita? La famiglia Ciontoli, unita, uccise Marco Vannini. Chi ha effettivamente ucciso il ragazzo, chi ha mentito al riguardo per anni per proteggere il resto della famiglia e chi ha commesso l’atto?
Martina Ciontoli, l’ex fidanzata della vittima, è un altro grande attore. L’adolescente è stata condannata per omicidio in Cassazione e ora sta scontando la sua pena nel carcere di Rebibbia. La ragazza è stata in detenzione con la madre per un po’ di tempo. Dopo solo un breve periodo in prigione, sembra aver subito una drammatica trasformazione,
come si vede dalle fotografie che la mostrano come una signora disfatta, molto emaciata che chiede ripetutamente di sapere perché è detenuta lì. Era ormai passato quasi un anno da quando Martina Ciontoli era stata arrestata per la prima volta e rinchiusa nel carcere romano di Rebibbia. La ragazza è trattenuta per l’omicidio del suo amante, di nome Marco Vannini.
Un caso che si è riverberato in tutta Italia e continua ad alimentare la fame di vendetta di Marco Vannini. Sua madre Maria Pezzillo, suo fratello Federico Ciontoli e la fidanzata Martina Ciontoli andranno tutti in carcere per 9 anni e 4 mesi a causa della sua morte. Non sarebbero venuti subito in aiuto del ragazzo, assicurandone la morte. Il padre, intanto,
sta scontando una condanna a 14 anni per omicidio e potrebbe essere trovato nella stessa prigione del figlio: Regina Coeli. Tuttavia, la ragazza ora mostra amarezza e sembra fisicamente distrutta a causa del tempo trascorso dietro le sbarre. Ha un aspetto scarno e senza vita e un’espressione vacante sul viso.
Ci sono state segnalazioni in cui tutto ciò che continua a chiedere è: “Quando usciamo?” Sono parole che possono mascherare il rimorso, ma più probabilmente nascondono un senso di disorientamento e uno stile di vita che lei non ha mai visto arrivare. Ma a causa di quello che ha fatto, il suo fidanzato è morto.
Un individuo che avrebbe potuto essere salvato se i Ciontolis avessero chiamato subito l’assistenza. La fidanzata di Marco Vannini, attualmente in carcere a Rebibbia con la madre, ha subito una profonda trasformazione personale da quando è entrata in carcere. L’omicidio di Marco Vannini nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 a Ladispoli, vicino a Roma, è ancora ampiamente discusso in Italia.
Da mesi i media nazionali riportano che i tribunali hanno condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione. Con lui furono condannati entrambi i suoi figli, Federico e Martina, nonché la madre di Martina e la moglie di Antonio, Maria Pezzillo. Secondo recenti resoconti dei media nazionali, Martina e Maria stanno soffrendo le loro lunghe pene detentive.
Entrambi sono stati inviati a Rebibbia, mentre Antonio e Federico sono stati portati a Regina Coeli. Sia la madre che la figlia hanno visto notevoli cambiamenti fisici durante il loro periodo in prigione e Martina è stata implacabile nel porre la stessa domanda più e più volte. Sia le donne che le loro famiglie hanno affermato pubblicamente negli ultimi mesi di essere profondamente dispiaciute per la morte di Marco Vannini.
I magistrati hanno passato anni a ricostruire gli eventi che hanno portato alla morte per fucilazione di Marco Vannini in quella residenza. È stato stabilito che Antonio Ciontoli era responsabile dello sparo del colpo esplosivo. Tuttavia, le due donne sono state giudicate colpevoli della morte di Marco a causa delle ferite riportate perché non hanno subito consultato un medico per lui.
Anche dopo la condanna, la famiglia Vannini continua a battersi per la giustizia perché, come ha sempre detto la madre di Marco, in quella casa gli è stata sottratta la “dignità” del figlio. Non contento di riposare sugli allori, spero un giorno di fondare un’organizzazione no-profit in onore di mio figlio in modo da poter usare la sua fama a beneficio delle generazioni future.
In quella casa lo spogliarono del suo onore facendogli fare il bagno davanti a mio suocero. La mamma, Marina Conte, ha detto così sulla sentenza di Marco Vannini: “Non ha più dignità. Il detto carcerario preferito di Martina Ciontoli era: “Quando usciamo, voglio andarmene da qui”.
Quello che segue è il racconto di come Antonio Ciontoli,
i suoi figli Federico e Martina, e la moglie di Antonio, Maria Pezzillo, siano finiti tutti in carcere per l’omicidio di Marco Vannini nei mesi scorsi. Dobbiamo uscire immediatamente da questa situazione ingiusta. L’omicidio di Marco Vannini nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 a Ladispoli, vicino a Roma, è ancora ampiamente discusso in Italia. La stampa nazionale,
che da mesi segue il caso, riporta che i magistrati hanno condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione. Con Antonio fu condannata anche la moglie e madre dei suoi figli, Maria Pezzillo. Sia Martina che Maria stanno soffrendo per tutto il tempo in carcere. I due hanno proseguito dicendo che desideravano lasciare il carcere di Rebibbia poiché la loro detenzione era stata ingiusta e non avevano alcun desiderio di vedere Marco ucciso.
Invece di essere a casa, Antonio e Federico sono andati al Regina Coeli. Il tribunale ha stabilito che i familiari di Antonio Ciontoli debbano scontare una pena detentiva di 9 annie 4 mesi. I magistrati hanno passato anni a ricostruire gli eventi che hanno portato alla morte per fucilazione di Marco Vannini in quella residenza. I familiari devono rispondere di una banale lite,
mentre Antonio Ciontoli è stato giudicato colpevole di aver esploso il colpo. Per questo la famiglia della vittima non ha accolto integralmente la sentenza emessa lo scorso anno. Non contento di riposare sugli allori,
spero un giorno di fondare un’organizzazione no-profit in onore di mio figlio in modo da poter usare la sua fama a beneficio delle generazioni future. In quella casa lo spogliarono del suo onore facendogli fare il bagno davanti a mio suocero. Secondo la madre di Marco, Marina Conte, “Marco è stato privato della dignità”.