Maria Teresa Meli Padre

Spargi l'amore
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Maria Teresa Meli Padre – Raggiunge il traguardo delle cinquanta primavere l’11 agosto e le calza come un abito sbalorditivo. È considerata una giornalista politica di altissimo livello poiché è una vera professionista che non molla mai. Penna alla mano, è entrata nell’atelier di via Frattina di Niki Berlinguer. Ha avuto il suo primo colloquio con un artista molto chic, la seconda moglie del nonno paterno di Enrico Berlinguer e la nonna delle figlie Maria e Bianca di Enrico.

Embè? Il suo corno incorporato recita: L’apprendista del giornalista si vergognava alla prospettiva di usare la sua conoscenza con Maria. Maria Teresa Meli, tutta diciannove anni, bionda e abbagliante come il sole, ha cercato di scrollarsi di dosso gli sguardi scioccati degli astanti. E col tempo è riuscita a prevalere. Ha parlato per almeno un’ora dell’arte di Niki, in particolare dei suoi magnifici arazzi che abbellivano i salotti dell’aristocrazia romana negli anni ’80.

Forse in quel giorno Maria Teresa sentì per la prima volta nelle ossa la vocazione di un giornalista. In quel momento, quando si trovava davanti all’evento o all’intervistato, ha avvertito i primi brividi di quel sottile piacere che coglie il giornalista di gara quando prende avidamente fatti e argomentazioni, quando le parole da usare già sgorgano nella sua mente, quando i polpastrelli formicolano, quando anticipa il titolo e la posizione sulla pagina.

Tutto questo, tutto, l’avrebbe saputo col tempo, ma ora ha la netta impressione di aver fatto il primo passo verso il suo futuro. Quando ebbe finito, si precipitò nell’ufficio di via del Tritone de Il Messaggero e chiamò l’amica esclamando: “Maria, quella tua nonna è una bomba!” “No, non è mia nonna”, protestai. Oh beh, è ​​comunque una bomba. Poi, con grande fervore, iniziò il ticchettio della macchina da scrivere.

Questa la frase rompighiaccio di Maria Teresa Meli. Me lo dice adesso e crolla. Lo fa da quasi 30 anni e il prossimo 11 agosto festeggerà i 50 anni di primavera, che è come un nuovo fantastico outfit per lei. È una giornalista politica molto rispettata, una tradizionalista che persegue le storie seguendo lo “scoop” e la “scarpa intorno al transatlantico” e una persona ostinata che non si arrende mai. Donne e senatori allo stesso modo la rispettano e la temono.

Puoi quasi sentire i ringhi di “Guarda, c’è quella iena dei Meli” che echeggiano nei corridoi del potere. Si avvicina per un soffio dei titoli e inizia ad ascoltare attentamente. Una volta, quando si trovava nel quartier generale del PSI, sentì dei suoni provenire dalla finestra aperta del bagno, dove in seguito decise che apparteneva all’alta dirigenza del PSI. Potevi sentire tutto se ti trovavi sulla tazza. Ho portato Mario Stanganelli del Messaggero e Augusto Minzolini della Stampa.

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Stanganelli era un po’ ipoudente, quindi abbiamo dovuto lasciare buona parte della tazza vuota per lui. Dopo che io e Minzo ci siamo lasciati, lui ha chiesto: “E che ne dici se gli porgo la pappa calda al mio giornale?” Non c’è bisogno di preoccuparsi, l’ho rassicurato. Quando i giornali hanno smesso di pubblicare intorno alle 21:30, sono passato a utilizzare le telescriventi Adnkronos a tempo pieno. Senza dubbio, uno splendido esemplare di carogna.

Costantemente scortese e persistente. Madre Giuseppina ha qualche intuizione in proposito; ha anche cresciuto una figlia di nome Paolina, che aveva due anni e mezzo in meno ma molto più sottomessa. Arturo Sr. è stato un noto giornalista per testate come Agenzia Italia, Il Mondo, Corriere della Sera e Il Secolo XIX, dove ha cresciuto suo figlio. In quanto amico e collega del Messaggero all’epoca, Silvano Rizza fu colui che presentò a Maria Teresa, allora 19enne, nel 1980.

I due anni trascorsi come esterna al giornale di via del Tritone sono stati una preparazione impagabile per la vera carriera di Maria Teresa, iniziata quando ha partecipato a un percorso di formazione professionale all’Adnkronos. Ottima scuola di agenzia, quella. A maggior ragione di un fatto meno noto come la nave corsara Adnkronos, che ha combattuto contro le ben più grandi Ansa e Italia. Qualche disonestà da parte tua era inevitabile se pensavi di tenere la testa fuori dall’acqua.

Lo studioso italiano Franco Recanatesi – A destra. Non solo, ma voi e i vostri simili non vi siete obbligati a pregare. Sì è quello! Maria Teresa Meli Nonostante i compiti iniziali non fossero pensati per liberarmi. Mi hanno incaricato di occuparmi di controversie di lavoro, lavori governativi e istruzione. Pericolosamente noioso. Fu la mattina quando accettai la tangente e mi rimpinzai di discorsi politici. Ho divorato articoli sulla pasta, interviste e abbagli con la speranza che un giorno sarò in grado di scrivere così. Sono stato subito rapito da una passionaccia.

Quando avevo 14 anni, io e la mia amica Maria Berlinguer entrammo nella Fgci di Ponte Milvio. Quando Berlinguer è venuto a trovarci, abbiamo dovuto spostare il grande ritratto di Stalin che era appeso nel nostro ufficio. Massimo D’Alema, il romano Walter Veltroni, fu segretario nazionale dei giovani comunisti. Sono stato coinvolto attivamente, andando alle riunioni e distribuendo L’Unità inper le strade, finché io e alcune amiche non siamo stati accusati di essere un “gruppo” per il nostro coinvolgimento in un collettivo femminista negli uffici di Lotta Continua.

Per sottolineare un punto, abbiamo strappato la carta a brandelli. Dal 1978 al 1984 l’ho avuto di nuovo. Non l’ho rinnovato perché credo che non sia etico per un giornalista politico avere legami con qualsiasi partito politico. Sì, perché sono riuscito a convincere Pippo Marra a farmi intanto tenere d’occhio la scena politica. In particolare volevo tenere d’occhio il PSI visto che di recente avevo convinto Pippo Marra a permettermi di farlo. In particolare volevo tenere d’occhio il PSI visto che di recente avevo convinto Pippo Marra a permettermi di farlo. Inoltre, nello specifico, adottare il PSI.

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