Mamma Uccide Figlia Elena – Elena, che a luglio avrebbe compiuto 5 anni, è stata uccisa dalla madre Martina Patti con più di 11 coltellate, delinea nell’ordinanza di custodia cautelare il gip di Catania Danela Monaco Crea. È una signora “lucida e calcolata” nonostante il tentativo di “far credere di averlo fatto a sua insaputa”, e se non fosse trattenuta, “potrebbe andarsene”.
Elena, che ha avuto “una morte violenta estremamente cruenta e anche prolungata”, è stata uccisa da una donna che “deve essere stata necessariamente in piena capacità, trovandosi in condizioni fisiche e mentali adeguate per agire” durante l’intero delitto. La clausola che tiene in carcere Martina Patti è lunga 15 pagine ed elenca come possibili reati i reati di omicidio premeditato aggravato e occultamento del corpo della figlia di 5 anni.
“Ho portato Elena in questo campo e l’ho ferita e non ricordo nient’altro” e che aveva “qualcosa di lungo come un coltello, non ricorda dove l’ho preso, non so perché l’ho avuto”. “Non ricordo bene, perché ero girato e non volevo guardare”, ha detto dopo aver picchiato la ragazza. per “aver ucciso un bambino che era quindi indifeso, secondo il gip.
Indicatori di un forte istinto criminale con un alto grado di pericolo includono un reato gravissimo oltre che un comportamento innaturale, rivoltante, eticamente immorale, disgustoso e vile che non è accettabile in nessuna situazione”. “Il rapimento è stato sapientemente orchestrato da lei, e non ha mostrato rimorsi o contrizioni.
Tutto ciò che suggerisce un certo livello di scrupolosità, insensibilità, o completa mancanza di rimorso”. “Non ricordo la reazione della bambina quando l’ho picchiata, forse era ancora, ma ho la memoria molto offuscata,” “Non ricordo di aver seppellito la bambina, ma sicuramente sono stato io”.
” Ricordo cosa mi è passato per la testa quando ho picchiato mia figlia, infatti posso dire che nessun pensiero mi è passato, come se in quel momento fossi un’altra persona”. Ma tieni presente che “ho tolto un sacchetto di plastica nera dal rotolo prima di uscire di casa quando sono andato al campo”. Un accoltellamento mortale tra gli undici.
Sulla base dei risultati dell’autopsia, la giovane non sarebbe morta subito. Inoltre, la giovane Elena è stata “vittima di una morte particolarmente cruenta, terribile e anche lenta” ed è stata uccisa da una donna che, durante l’intero delitto, “deve essere stata necessariamente in piena capacità” ed era in “condizioni fisiche e psichiche adeguate per recitare .”
Nei 15 commi dell’ordinanza cautelare carceraria depositata nei confronti della 23enne per l’efferato omicidio premeditato e occultamento del corpo della figlia di 5 anni, Daniela Monaco Crea, lo scrive. Il Corriere della Sera e La Sicilia hanno riportato stralci della clausola. La signora dice al gip di avere “un oggetto lungo come un coltello, non ricordo dove l’ho preso, non so perché è lì.
Ce l’avevo” e che ricorda solo che “l’ho preso Elena in questo campo e io l’ho ferita e non ricordo nient’altro”. Confessa anche quando colpisce la ragazza “Dato che mi stavo girando e non volevo vedere, non riesco proprio a ricordare. Perché uccidere un bambino in giovane età lo lascia indifeso, osserva il gip.
Segno di una forte inclinazione criminale e di un alto livello di pericolo, oltre a inglobare un reato gravissimo, è un atto innaturale, rivoltante, eticamente immorale, detestabile, spregevole che non è accettabile in nessuna situazione”. Il giudice sottolinea che anche Martina non ha manifestato sintomi di rimorso: “Ha eseguito il sequestro con una precisione inquietante e non ha mostrato segni di rimpianto o rimorso.
Tutto ciò che suggerisce un certo livello di scrupolosità, insensibilità, o completa mancanza di rimorso”. “Non ricordo cosa mi passasse per la testa quando ho picchiato mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, come se in quel momento fossi un’altra persona”.
“Non ricordo la reazione della bambina quando l’ho picchiata; forse era immobile, ma ho la memoria molto offuscata” e “non ricordo di aver seppellito la bambina, ma sicuramente ero io”. Il corpo della giovane, che indossava solo una maglietta, è stato scoperto quando è stata verificata l’ubicazione del sospettato.
Nelle vicinanze sono stati scoperti una zappa e una pala con manici di legno, insieme a due punte di metallo. La piccola Elena Del Pozzo non è morta subito e sua madre, Martina Patti, ha usato undici pugnalate anziché sette. Questi i primi risultati dell’autopsia che il medico legale Giuseppe Ragazzi ha condotto a Catania.
Scatti che funzionano con un coltello da cucina, che non è stato ancora localizzato. Tuttavia, solo uno si è rivelato fatale e ha tagliato i vasi sanguigni dell’arteria succlavia della bambina di 4 anni. Elena sarebbe morta più di un’ora dopo il pranzo all’asilo verso l’una. Siamo consapevoli che alle 13:30 sua madre l’aveva prelevatae la riportò nella casa di famiglia a Mascalucia, un paesino vicino alla città dell’Etna.
La donna ha affermato che l’omicidio è avvenuto in un campo a circa 600 metri dalla casa, ma gli investigatori sono fiduciosi che stesse mentendo e che Elena sia stata uccisa all’interno della casa prima di essere spostata, magari con l’aiuto di un complice. A seguito di un rigoroso interrogatorio in cui la madre 23enne ha ribadito la sua ammissione al gip.
Daniela Monaco Crea di aver ucciso la figlia e di averlo compiuto da sola dopo essere stata colta da un rapto, è stata condotta l’autopsia. D’altra parte, i pubblici ministeri che indagano sul caso sono certi che si sia trattato di un atto deliberato. divulgato dal gip che ha autorizzato l’arresto di Martina Patti. I funerali di Elena sono stati fissati per mercoledì 22 giugno, al Duomo di Catania.