Lia Levi Biografia – L’autrice italiana Lia Levi fu una giovane vittima della persecuzione razziale e della deportazione dell’era nazista. In realtà proveniva da famiglia ebrea ed era nata il 9 novembre 1931 a Pisa. Si è trasferita a Roma all’inizio degli anni ’40 e da allora è rimasta lì. Levi sfuggito alla legislazione razziale del 1943 nascondendosi nel collegio delle Suore di San Giuseppe di Chambéry con le sue sorelle.
Le sue eroine rimasero in Italia ma furono costrette a vivere in clandestinità per molti anni, separate dalle loro famiglie per paura di essere scoperte e deportate per sempre; i suoi libri sono i primi a discutere le esperienze di bambini che non sono stati deportati. Al ritorno dell’Arca di Noè, ad esempio, Levi parla di Bruno, Mirella e Giacomo, innamorati del modo in cui la maestra Agnese racconta le storie della Bibbia, trasformandole in meravigliose avventure; o ne La ragazza nella foto, incontriamo Federica,
che vede una ragazza identica a lei in una foto del 1944: è sua nonna Teresa, che non ha mai voluto parlare della sua vita durante la guerra come se nascondesse un segreto. Dopo essere stati ispirati da queste storie, i ragazzi saranno più in grado di aiutare le loro famiglie a fuggire dall’Italia e dalle politiche razziste del Paese. Venti delle domande più urgenti poste dagli studenti durante le presentazioni dell’autore in classe sono raccolte in Cos’è l’antisemitismo. In questo libro Levi offre una.
risposta cercando le parole appropriate per aprire un discorso orientato al futuro con le giovani generazioni. Questo libro fa parte della raccolta Vogliamo ricordare insieme ad altre due opere: Ho visto da vicino i lupi di Eliana Canova, racconto in prima persona della vita nel campo di concentramento di Auschwitz, e Io e Sara, Roma 1944 di Teresa Buongiorno , la storia di due amici in una città devastata dai bombardamenti ma legati dalla loro determinazione a continuare a lottare l’uno per l’altro.
In modo altrettanto discorsivo, Lia Levi suddivide il tema de Il giorno della memoria raccontato ai miei nipoti in tre sezioni: la prima si concentra sul discorso sulla Memoria, sia come parte integrante della vita dell’essere umano sia come Giornata per ricorda la Storia; la seconda racconta la sua esperienza da bambina in fuga dalla caccia agli ebrei; la terza, invece, riporta la storia al presente per descrivere alcune figure, bambini e adulti, che nel corso del racconto sono diventate importanti per lei.
Ma nel 2021, l’autrice ha scoperto il breve lavoro di se stessa di dodici anni, che era stato nascosto in un cassetto. Poi ha deciso di usarlo come testimone per i ragazzi: nel libro “Dal pianto al sorriso”, l’autrice parla di una famiglia ebrea che non è di Lia Levi, ma è estremamente simile. La storia ci torna con forza devastante e delicata nei versi, scritti con una grafia giovane, e ritroviamo tutti i soggetti cari a Levi visti da lei stessa da bambina.
Il testo originale, scritto su fogli ingialliti dal tempo, è riprodotto fedelmente come un prezioso documento storico: attraverso le parole del dodicenne Levi si può avere testimonianza diretta delle conseguenze e degli effetti dell’occupazione nazista sulla vita dei ebrei italiani, e mostra che anche l’esperienza più tragica può trasformarsi in bellezza e letteratura. La scrittrice e giornalista Lia Levi è sopravvissuta all’Olocausto. La vita pubblica e privata del famoso romanziere che ha parlato per coloro che sono sopravvissuti a Jim Crow.
Scrittrice e giornalista sopravvissuta all’Olocausto, Lia Levi è un nome che dovresti conoscere. Avendo vissuto da giovane la persecuzione nazista degli ebrei negli anni ’40, ha continuato a scrivere libri sia per adulti che per bambini. Analizziamo il suo background professionale e personale.
Lia Levi è una nota autrice italiana nata il 9 novembre 1931 a Pisa da famiglia ebrea. Adesso ha 90 anni. Fin da ragazzina, Lia Levi è stata oggetto delle persecuzioni razziali del regime fascista.
Durante l’Olocausto, lei e le sue sorelle si rifugiarono in un convento cattolico romano a Chambéry fino al 1943. È in grado di tornare in carreggiata con la sua vita e svilupparsi una volta finita la seconda guerra mondiale. È diventata famosa come giornalista e autrice nel tempo, parlando a nome di altri sopravvissuti condividendo la sua esperienza di difficoltà con il mondo. Nel 1967 ha fondato e curato la pubblicazione di Shalom, il quotidiano più letto tra la popolazione ebraica italiana. Le sue memorie, pubblicate nel 1994,
A Little Girl Called Enough, raccontano le spaventose realtà della guerra viste attraverso gli occhi di un bambino. Il libro è il primo di una serie di bestseller per lei e ha anche vinto un premio Elsa Morante. Il portiere Apollonia, Un cuore di leone, La dolce sposa e Stanotte è già domani, vincitore del Premio Strega Giovani 2018. Luciano Tas, giornalista e pensatore che è stato per un po’ anche.
direttore di Shalom e morto nel 2014, è stato il compagno di vita di Lia Levi. In un’intervista alla rivista Riflessi della lista Menorah, l’autrice ha descritto l’incontro con il suo futuro marito in un campo ebreo il giro. Era un diplomato, quindi lo ricordo principalmente perché aveva sei anni più di me. Aveva un lavoro e anche allora sembrava essere politicamente incline.