
Kim Rossi Stuart Malattia -Il 13 ottobre 1969 nasce a Roma Kim Rossi Stuart. Le prime aspirazioni di Kim erano di perseguire la recitazione e l’industria dello spettacolo perché sua madre Klara Muller era una modella e suo padre Giacomo era un attore di Perugia. Ma la sua famiglia comprende anche le sue tre sorelle, Ombretta, Loretta e Valentina, oltre ai suoi genitori. L’attore condivide l’amore per l’industria cinematografica con l’ultimo di questi.
Nonostante Kim Rossi Stuart sia un ragazzo molto riservato, si sa che per molti anni è stato legato all’attrice Ilaria Spada. Hanno anche avuto due figli: Ettore (nato nel 2011) e Ian (nel 2019). L’attore ha dichiarato: “Come padre, il piacere e le delizie sono in corso” in un’intervista a Vanity Fair. Kim Rossi Stuart e Ilaria Spada si sono incontrati per la prima volta a cena nella residenza di Caterina Balivo, l’amica intima dell’attrice.
L’attore è stato costretto a letto per molti mesi nel 2005 a causa di un terribile incidente in moto. È stato investito da un’auto mentre tornava a casa da una partita di football da un pilota che non lo aveva visto fino all’ultimo secondo. Il comandante non si fermò per assistere. Kim ha recitato nel film di Francesco Bruni What Will Be. Il racconto in qualche modo autobiografico descrive la battaglia di un uomo contro la leucemia, dalla scoperta accidentale della malattia alla ricerca di un donatore di midollo osseo.
Non potremo letteralmente tornare nel buio di una sala cinematografica fino al 3 dicembre. Al pubblico del Friuli Venezia Giulia non resta che navigare sul sito www.iorestoinsala.it, scegliere il cinema di riferimento preferito ed entrare nella sala virtuale per vedere le versioni in streaming degli stessi film che avrebbero proiettato su un grande schermo. La splendida foto di Francesco Bruni “What will be”, che ha concluso l’ultima Festa del Cinema di Roma, è uno dei film da spostare online.
La festa si è conclusa con l’incontro di Francesco Bruni con la malattia. Il regista ci racconta di sé, della sua malattia nel 2017, ma anche del viaggio di tanti che si sentono chiamati ad affrontare un “Moloch” in modo soffocante e semiserio, alternando pagine drammatiche a sapienti collegamenti satirici.
Il regista racconta la sua battaglia contro il cancro del sangue, dalla sua scoperta accidentale fino al trapianto di midollo osseo, in maniera prevalentemente autobiografica. “Noi 4” e “Tutto ciò che desideri”, Bruni reinterpreta la sua narrativa con il suo stile di sarcasmo, poesia e dolcezza che trascende i generi come la vita stessa. Si chiama Bruno Salvati e sceglie Kim Rossi Stuart come suo alter ego in una rappresentazione commovente e sapientemente eseguita.
La diagnosi cambia la vita di Bruno come regista di “commedie che non fanno ridere”, ma non i suoi affetti: i suoi figli e l’ex moglie (Lorenza Indovina) lo aiutano a trovare un donatore di trapianto che gli vada bene. Quando ogni speranza sembra svanita, il padre di Bruno (Giuseppe Pambieri) gli dice che ha una sorella senza nome; non resta che recarsi a Livorno e chiedere aiuto alla donna. Tra le preoccupazioni, l’agonia, le ore strazianti trascorse in ospedale e gli aspetti umoristici delle proprie interazioni con la famiglia.
l’incontro con la morte Quello che più conta è il ritorno all’infanzia ea quel “capretto interiore” che non smettiamo mai di portarci dentro, in bilico tra il sogno e il ricordo. Un film meraviglioso per il cuore, soprattutto durante i periodi epidemici, la sceneggiatura è forte e la regia è creativa. Non sappiamo “cosa diventerà” di noi, ma vale sempre la pena provare, poiché Bruni trasforma il testo della canzone d’addio di Morgan, “Ho deciso di perdermi nel mondo, anche se affogo”, nel suo .
- la sofferenza, le ore di ospedale strazianti, gli aspetti umoristici dei legami familiari e l’incontro con la morte. Il ritorno all’infanzia ea quel “bambino interiore” che non smettiamo mai di portarci dentro è ciò che più conta, in bilico tra il sogno e il ricordo. Un film meraviglioso per il cuore, soprattutto durante i periodi epidemici, la sceneggiatura è forte e la regia è creativa. L’ultima canzone di Morgan contiene testi che Bruni personalizza.
Non sappiamo mai “cosa diventerà” di noi, ma vale sempre la pena tentare. – l’agonia, le ore strazianti in ospedale, gli aspetti umoristici dei rapporti con la famiglia, il faccia a faccia con la morte. Il ritorno all’infanzia ea quel “bambino interiore” che non smettiamo mai di portarci dentro è ciò che più conta, in bilico tra il sogno e il ricordo. Un film meraviglioso per il cuore, soprattutto durante i periodi epidemici, la sceneggiatura è forte e la regia è creativa.
Non sappiamo “cosa diventerà” di noi, ma vale sempre la pena provare, poiché Bruni trasforma il testo della canzone d’addio di Morgan, “Ho deciso di perdermi nel mondo, anche se affogo”, nel suo . – la direzione creativa: un film commovente, soprattutto in questi tempi epidemici. Non sappiamo “cosa diventerà” di noi, ma vale sempre la pena provare, poiché Bruni trasforma il testo della canzone d’addio di Morgan, “Ho deciso di perdermi nel mondo, anche se affogo”, nel suo .
la direzione creativa: un film commovente, soprattutto durante le pandemie. Non sappiamo “cosa diventerà” di noi, ma vale sempre la pena provare, poiché Bruni trasforma il testo della canzone d’addio di Morgan, “Ho deciso di perdermi nel mondo, anche
se affogo”, nel suo. Nel primo, interpretato da Kim Rossi Stuart, regista di successo alle prese con una rara forma di leucemia, Francesco Bruni ha diretto il film.
La malattia si combatte con l’amore e l’affetto delle persone che ti sono vicine. Malatia è la protagonista di “Cosaerà”, una rielaborazione della storia personale del regista Kim Rossi Stuart. Una scena di What Will Be, Now in the Cinema, in cui Kim Rossi Stuart interpreta l’uomo malato di leucemia, è stata diretta da Francesco Bruni e vede Kim nel ruolo principale. Un’interpretazione estremamente dinamica e precisa di Kim Rossi Stuart nei panni di Bruno Salvati è usata nel racconto di Per Alter Ego sulla progressione della malattia.
