Gratteri Famiglia -La Conferenza episcopale della Regione esprime stupore e allarme e sottolinea ancora una volta la “totale contraddizione tra il Vangelo e la ‘ndrangheta”. Preoccupazione e indignazione, oltre alla completa vicinanza a Nicola Gratteri. È questo il senso della nota inviata dai vescovi calabresi dopo aver appreso dei piani per attaccare la procura di Catanzaro, che da anni combatte la ‘ndrangheta ed è nel mirino delle ‘ndrine. Il segnale questa volta arriva dal Sudamerica: i clan calabresi volevano far saltare in aria la procura, proprio come Falcone e Borsellino. Una comunicazione sospetta catturata dalle agenzie segrete estere avrebbe innescato la catena di allerta tra gli 007 e sarebbe giunta agli investigatori italiani. Gratteri avrebbe dovuto essere ucciso mentre tornava a casa dalla procura. L’entourage del pubblico ministero è stato rafforzato ancora una volta.
“La notizia di un probabile attentato contro il pm Nicola Gratteri e la sua famiglia ha suscitato allarme e furia tra i vescovi della Conferenza episcopale calabrese”, si legge in un comunicato della Conferenza episcopale calabrese. «La longa manus della ‘ndrangheta si snoda di atteggiamenti aggressivi e spaventosi a cui l’intera Chiesa di Calabria si oppone fermamente. Il dottor Gratteri, uomo di deciso rigore umano e perentoria devozione nella lotta alla criminalità organizzata, è uomo di totale vicinanza ai Vescovi, i quali sono certi che il fine vile non intaccherà la sua dedizione e il comune impegno a favore del diritto nella regione Calabria. I Vescovi ribadiscono l’assoluta incompatibilità del Vangelo e della “ndrangheta”, stigmatizzano la mentalità mafiosa, e invitano gli uomini e le donne calabresi a “fare un deciso cambio di rotta dell’intera società calabrese per salvaguardare il vero futuro umano e culturale della nuove generazioni” in occasione di questa grave notizia.
Nicola Gratteri è uno stimato magistrato italiano e un acclamato saggista profondamente legato al suo paese, la Calabria. Si è sempre dedicato a promuovere la consapevolezza delle giovani generazioni sulle preoccupazioni della giustizia. Per capire meglio chi è Nicola Gratteri, considera i principali eventi della sua vita personale e professionale. Nicola Gratteri nasce il 22 luglio 1958 a Gerace, in provincia di Reggio Calabria, terzo di cinque figli. Chi lo conosce fin da bambino ne ammira l’eccezionale dedizione, che lo ha portato a laurearsi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Catania in soli quattro anni dopo aver terminato con successo il liceo scientifico.
Gli straordinari risultati accademici di Nicola Gratteri vengono convalidati quando viene nominata alla magistratura dopo soli due anni: il 1986. Il giovane magistrato dimostra subito il suo impegno nella lotta alla ‘ndrangheta, un’organizzazione criminale di stampo mafioso con profonde radici nel suo distretto. Di conseguenza, il giovane magistrato è sotto sorveglianza dall’inizio del 1989. La scelta sembra fondata su solide ragioni, in quanto l’apposito Dipartimento dei Carabinieri scopre un intero arsenale di armi destinate a un eventuale attacco contro Nicola Gratteri sedici anni dopo, nel giugno 2005. Gratteri è stato nominato procuratore aggiunto presso il tribunale del capoluogo nel 2009 dopo una brillante carriera tra le file dei banchi dei tribunali. Enrico Letta, l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, scelse di coinvolgere nel giugno 2013 il magistrato calabrese nella creazione di una task force specializzata, con il compito di ideare e poi elaborare una serie di proposte sulle migliori strategie da adottare nella lotta alla criminalità organizzata. Il legame di Gratteri con la politica diventa particolarmente forte durante questo periodo.
Il neoeletto governo Renzi ha fatto circolare il nome del magistrato come candidato a Custode dei sigilli nel febbraio 2014. Andrea Orlando è stato scelto nonostante l’opposizione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per preoccupazioni di equilibrio tra le varie componenti della maggioranza. Nello stesso mese Rosy Bindi, presidente della commissione legislativa antimafia, offre a Gratteri un posto di consigliere all’interno della commissione, ma lui rifiuta perché in contrasto con le sue responsabilità di pubblico ministero. Renzi verifica la stima di Letta pochi mesi dopo, nell’agosto dello stesso anno, e nomina Nicola Gratteri a capo della commissione incaricata di redigere provvedimenti per la lotta alla mafia. Due anni dopo, il 21 aprile 2016, il Consiglio Superiore della Magistratura ha votato all’unanimità la sua nomina a Procuratore della Repubblica di Catanzaro, succedendo al precedente professionista, che aveva deciso nel frattempo di ritirarsi. Forse è in questo periodo che Gratteri può ritenersi di aver raggiunto l’apice di una carriera già estremamente fruttuosa. Ricordiamo in particolare le operazioni del 2018 contro i clan Cir Marina e dell’anno successivo contro la porzione Vibo Valentia.
Nel corso della sua carriera, Gratteri è stato coinvolto nella scrittura di una serie discritti di narrativa, il più notevole dei quali è “La mafia fa schifo”. Il libro, pubblicato nel 2011, si basa sul suo lavoro di docente costantemente in contatto con le giovani generazioni. L’opera raccoglie i pensieri dei ragazzi sulla mafia. Tra il 2007 e il 2020 ha pubblicato quasi 20 libri, la maggior parte dei quali ha scritto insieme al giornalista Antonio Nicaso. Nicola Gratteri, che è sposato e ha due figli, mantiene segreta la sua vita personale. Preferisce parlare di sé più di ogni altra cosa. La passione di Nicola Gratteri per il suo lavoro è stata espressa in una serie di commenti pubblici, tra cui uno pronunciato nel giugno 2020 davanti alla commissione parlamentare Antimafia. Interrogato sul suo lavoro di magistrato, Gratteri sottolinea la necessità dei soggetti che lo esercitano rimanendo convinti che questa professione si possa svolgere solo con la forte convinzione di poter cambiare. la situazione attuale