Gigi Riva Oggi Malattia

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Gigi Riva Oggi Malattia – L’autunno notturno che ha ucciso Gigi Riva è avvenuto nel quartiere San Benedetto del suo appartamento di Cagliari. A dare la notizia è il sindacato sardo, secondo cui il fuoriclasse della squadra ha riportato una frattura facciale e contusioni mentre giocava per la sua nazionale. Riva è stata salvata dagli operatori dell’ambulanza a casa sua dopo aver riportato ferite non mortali.

Di conseguenza, lo “spavento” che cita il quotidiano sardo non dovrebbe avere ulteriori ripercussioni per il 76enne presidente onorario del Cagliari. Oltre allo Scudetto e agli Europei vinti con il Cagliari nel 1968, Rombo di Tuono è noto come il leader di tutti i tempi nei gol realizzati con la maglia azzurra. Quel ragazzo che Brera ha chiamato Thunderclap, il fuoriclasse che ha rifiutato le enormi piazze del Cagliari per chiamare casa sua?

Ha scritto tutto ed è passato all’offensiva, giggirriva. L’eroe del calcio che lavora ancora per la squadra del suo paese nonostante le sue lotte con la depressione. E ora sta spargendo i fagioli su tutto: calcio, donne, famiglia, quella forza nefasta. E l’affetto per il proprio paese natale. In prossimità del suo 60esimo compleanno, Riva si dirige alla rotocalco del Tg1 in onda domani sera alle 11.

Il giorno del suo compleanno, il 7 novembre, Rombo di Tuono commenta: “Sì, ho passato un periodo difficile, ma grazie a Virginia sono sopravvissuto ai periodi bui”. Il marcatore italiano di tutti i tempi ha parlato della sua vita calcistica e non di se stesso mentre era accompagnato dalla nipote di 3 anni, a cui attribuisce il merito di averlo aiutato a superare la sua tristezza. Gigi è stato la base della squadra scudetto, e si era già affermato come l’attaccante più temuto del campionato grazie al suo soprannome, Giggirriva.

“Riva, intervistata da Donatella Scarnati, ha spiegato che la depressione fa provare “sensazioni strane”, tra cui una perdita di apprezzamento per il valore estetico. Il medico curante mi ha detto che la mia condizione era il risultato di uno stress legato all’infanzia e successivamente allo sport professionistico. non è stato poi così male, e con l’aiuto di Virginia sono riuscito a superarlo”.

Gentile e riservato; sensibile alla provocazione e incapace di tollerare la lode per se stesso. Era ed è un’esistenza completa e interessante. Non è mai troppo tardi per un reticente come Dino Zoff per decidere di rivelare la sua storia, quindi perché non sperare che lo faccia anche lui e pubblicare il libro autobiografico a cui ha ammesso di aver pensato anni fa? Gigi? Alle sue condizioni, senza astuzia o inganno.

Come faceva quando stava giocando, sono andati “pane al pane” e sono corsi verso la porta. In realtà, soprattutto negli ultimi anni, si è aperto di tanto in tanto con diletto, anche su questioni private o difficili. Esempio: “Penso che apprezzino la mia privacy” sulle donne; oppure “Ho avuto un’esperienza di collegio dura, terribile, di tre anni, lontana dagli affetti più cari”. E gli obiettivi da raggiungere sono numerosi.

“Ci hanno dato da mangiare cose orribili e mi hanno negato la libertà”; dolore per la perdita dei propri genitori, un dolore che il tempo può alleviare ma non guarire mai. Quando sono sbarcato per la prima volta in Sardegna, ero piuttosto preso di mira dal mondo. Ricordo i sacrifici di mia madre e come mio padre fosse un grande appassionato di sport che parlava di ciclismo con gli estranei in piazza.

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Innumerevoli scrittori privi di fantasia hanno tentato di raccontarlo. Nel 1970, dopo un’incredibile partita a Milano contro l’Inter, diventa “Rombo di Tuono” e porta il Cagliari allo scudetto. Paternità protetta dal leggendario scrittore sportivo italiano Gianni Brera. Cagliari senza Gigi Avere Riva in squadra è come avere Santos senza Pelé, la Juventus di Trapattoni senza Platini o il Milan di Sacchi senza Van Basten.

Quando avevo nove anni ho perso mio padre e quando avevo sedici anni ho perso mia madre. L’anno 1976, il suo ultimo, fu anche l’anno in cui fu retrocesso. La sua vecchia squadra non era più a sua disposizione. Combatté come Achille in mezzo al cavallo di Troia il più a lungo possibile. La pressione è stata così grande che è crollato a terra. Un nuvoloso pomeriggio di febbraio sulla rotta Cagliari-Milano.

A spopolare la rosa del “Piccolo Brasile” è stato Gigi. Le prospettive finanziarie della famiglia erano tutt’altro che stellari. L’unica opzione era prendere a calci Gigi in testa. Senza mai avere la soddisfazione di una risposta, tifa per l’Inter e scrive ai suoi eroi. Non ho mai rifiutato un ragazzo che ha chiesto il mio autografo proprio per questo motivo. Le prime vere squadre furono Laveno e Legnano.

Sebbene fosse fragile come uno scheletro, era sorprendentemente veloce e preciso con una pistola. Per la partita di Siviglia contro la Spagna, la Nazionale Juniores lo ha convocato. Una spedizione ricordata per sempre perché, dall’alto, avvistò un’isola in mezzo all’oceano. Al che hanno risposto: “Sardegna”. Non vorrei mai vivere qui”, ha detto con un cipiglio inorridito.

I principali club italiani lo avevano osservato in Spagna, con l’Inter apparentemente in prima fila, ma Herrera ha rifiutato. Quello, o Andrea Arrica, allenatore del Cagliari, è stato di eccezionale competenza, permettendo alla sua squadra di finire davanti ai nerazzurri del Milan. Un suo amico lombardo che faceva il vigile urbano ma aveva un occhio lungo per gli eccessil’abilità personale gli consigliò Gigi.

Aveva piena fiducia nelle sue capacità e non si è mai voltata indietro. Ha dovuto andare contro l’intero consiglio di amministrazione anche se il prezzo era scandaloso a $ 35.000.000 e 500.000. Ovviamente ha capito. Allo stesso modo si è poi affermato nel conflitto con l’ex socio Rocca, aprendo la strada alla Sir per acquisire l’azienda e impedendo la cessione di Riva ai club metropolitani.

Tempi felici, quando i tifosi viaggiavano in carovane da tutta la Sardegna per vedere le partite e pranzi allo stadio di malloreddus e porceddu innaffiati dal Cannonau. Ce ne sono alcuni fantastici, alcuni storici e altri semplicemente “medi”. Il capovolgimento di Vicenza, famoso in tutto il mondo, è in cima alla lista, in quanto è un’impresa tecnicamente impressionante e acrobicamente impressionante.

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