
Gianfranco Fini Età Malattia – Il politico italiano Gianfranco Fini è nato a Bologna il 3 gennaio 1952. Deputato dal 1983 al 2013, nonché capo della Camera dal 2008 al 2013, all’inizio è stato segretario nazionale del Fronte della Gioventù e del Movimento Sociale Italiano. Destra è stato successivamente presidente di Alleanza Nazionale,
dalla sua nascita nel 1995 fino al 2008 quando ne ha spinto lo scioglimento in un nuovo partito di centrodestra poi creato insieme a Silvio Berlusconi. l’anno successivo sotto il nome di Il Popolo della Libertà. È stato vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri nel secondo e terzo governo di Silvio Berlusconi.
L’ex leader di AN ha rifiutato persino gli sconti quando ha acquistato i vestiti nei negozi. Uno degli uomini più potenti d’Italia, quindi, iniziò la sua caduta dopo l’arrivo di Tulliani. Adesso lo vedi così: emaciato nonostante l’abbronzatura liscia, quasi una seconda pelle ormai, gli occhi che roteano liquidi fluttuanti in un bianco color albume,
due bottoncini ancora vivo di collera – ma Gianfranco Fini era uomo di grande forza. In una vita precedente era il marito soddisfatto di una militante di destra di nome Daniela Di Sotto; aveva una giacca di pelle e una sciarpa azzurra per mostrare il suo tifo per la Lazio allo stadio; lui e sua moglie condividevano i doveri genitoriali per la figlia Giuliana;
e viveva in una casa coniugale ad Anzio. “Gianfranco era un marito compassionevole quando ero incinta”, aggiunge, “non ha mai capito come si cucina, ma siccome avevo la nausea e non potevo preparare, mi ha dato un uovo fritto”. . Altre volte, momenti di una passione – quella tra Daniela e Fini – che si infrange dopo la sua malattia,
alla fine di un lungo e tortuoso tunnel fatto di incomprensioni e dolore. Nello studio di Fausto Sarli, poi caduto nelle sapienti mani di Carlo Alberto Terranova, si torna ancora con la memoria al tempo – fine anni ’90 – in cui Daniela Fini andava a rinnovare il suo guardaroba. Ha scelto, modificato e adornato blazer da sera molto chic con palline prima di portare il conto a suo marito.
E quando gli offrivano uno sconto, come facevano ogni tanto mentre era presidente della Camera, si accigliava e prendeva il portafoglio. No grazie. Immagini sbiadite di vecchi amori, didascalie nitide, come si evolve, dice una canzone di Fiorella Mannoia. Purtroppo Fini cambia bruscamente dopo aver conosciuto Elisabetta Tulliani, vent’anni più giovane di lui,
una verve sfolgorante destinata a far breccia in quella nostalgia offuscata, sepolta, muta. È stato uno dei primi politici a cadere a capofitto per una signora rovinando contemporaneamente l’ordine: una professione, una famiglia composta da moglie e figlia, l’ex Polo della Libertà o la coalizione di centrodestra. Prima di lui, una sola persona si era innamorata in modo spezzato,
totale, ma non era mai arrivato al punto di abbandonare la sua amata moglie Anna. Quanto all’altro,
Ora ci chiediamo, smarriti, ma era davvero consapevole fin dall’inizio dei rischi che correva? Avresti potuto schermarti, in poche parole, Fini? Praticamente tutti lo avevano messo in guardia, da Silvio Berlusconi a Vittorio Sgarbi,
nessuno aveva usato parole pietose per spronarlo a non cadere in quel fantastico, pericoloso, irrefrenabile ciclone dell’amore. Gaucci dietro di lei, conosce le procedure di seduzione e potrebbe essere mortale per te”, hanno avvertito. Per la ragazza dallo sguardo storto, che sembrava abbastanza innocua, Fini non volle sentire giustificazioni. Renata Polverini,
ex governatrice della Regione Lazio, è stata la prima persona a sapere che Tulliani era incinta e l’unica a starle vicino nel difficile passaggio dall’ufficialità della separazione da Daniela Di Sotto all’accoglienza delle gioie del nuovo, tardivo paternità. “La amo profondamente e voglio costruire una famiglia con lei”, ha detto Tulliani a Polverini.
L’ex Presidente della Camera e sua moglie Elisabetta hanno avuto due figlie, e nei voluttuosi parenti della moglie, i Tulliano — detti anche i Soprano “de noantri” — ha scoperto la famiglia di cui aveva sempre sognato di far parte. Sembra che durante questo giro siano stati riciclati quasi 7 milioni di euro. In realtà, questo è quanto hanno guadagnato in guadagni illeciti Sergio e Giancarlo Tulliani,
rispettivamente suocero e cognato di Gianfranco Fini, e sua moglie Elisabetta, come denunciato dalla guardia di finanza. A Fini è stato dato un avviso di garanzia. Sergio e Giancarlo Tulliani sono stati oggetto di ordinanze di perquisizione condotte nel dicembre 2016 relative a fatti avvenuti nel 2008. Sergio, Giancarlo, Elisabetta e Gianfranco Tulliani, oltre a Gianfranco Fini,
sarebbero stati denunciati per attività di nuove forme di riciclaggio , riciclaggio e autoriciclaggio hanno condotto indagini bancarie e finanziarie sui loro collegamenti. Gianfranco ha detto: “Ho piena fiducia nell’operato della magistratura” quando gli è stato chiesto il suo parere sull’avviso di guala garanzia è un requisito legale. “Non sono corrotto, forse sono stato ingenuo,
ma questo è tutto”, ha aggiunto. È quel termine a levigare la patina formale di quello che fu l’erede di Giorgio Almirante, adorato da Donna Assunta, il ragazzo che diceva con orgoglio “Sono innamorato della politica, non ho fatto quasi altro nella mia vita se non Ho seguito le mie convinzioni e non me ne pento”. Ancora più illuminato di altri leader di destra,
ha conquistato il cuore di quelli di sinistra grazie alla sua schietta opposizione a Berlusco e al suo “forte” impegno per lo stato di diritto. Quando iniziò il suo apprendistato al Secolo d’Italia, fu sua madre a incoraggiarlo. Suo padre era meno entusiasta, ovviamente preferiva suo fratello Massimo, medico. In ogni caso, entrambi i genitori gli hanno insegnato, tra i duri anni di piombo – quelli della fanciullezza di Gianfranco – la cura in politica e nella vita.
