
Fabrizio Ravanelli Malattia – Penna Bianca è stato un successo tra la folla. Fabrizio Ravanelli, facilmente riconoscibile per i suoi capelli rosso vivo, è stato una stella del Milan negli anni ’90. Ha anche segnato nella finale contro l’Ajax, guidando la Juventus alla vittoria in Champions League nel 1996. Questo è stato il punto più alto della sua carriera; da lì in poi, precipitò nell’oblio.Quando si è trasferito al Middlesbrough in Inghilterra l’anno successivo, ha causato un bel trambusto perché all’epoca la Premier League era quasi off-limits per i giocatori italiani. Dopodiché, è diventato un autentico viaggiatore.
Gli italiani si sono subito dimenticati di lui dopo che ha giocato per Olympique Marsiglia e Lazio prima di tornare in Premier League con Coventry e Derby County. Dopo una stagione disastrosa con la maglia del Dundee, torna in Italia e gioca la sua carriera vestendo i colori della squadra che lo ha proiettato alla grandezza sul campo: il Perugia. E ancora…Ravanelli, all’epoca 37 anni, se ne andò in sordina dopo non essere riuscito a tornare in Serie A ed essere stato in gran parte dimenticato dal pubblico. Sulla scia della vicenda Gaucci, la società per cui giocava, il Perugia Calcio, fallì e dovette ricominciare da capo.
I fratelli Silvestrini hanno riconosciuto la necessità di volti nuovi per contribuire a promuovere il loro nuovo club e hanno esteso l’invito a Penna Bianca a unirsi allo staff dirigenziale dell’organizzazione. Oggi, come molti suoi coetanei, è responsabile del settore giovanile. E come loro, gestisce un’attività di ristorazione. A volte cogliamo la sua piacevole voce come commentatore tecnico nelle gare in onda sulle reti Mediaset. Puoi beccarlo in “L’insegnante di lingue” , co-protagonista con i formatori Castagner, Cosmi e Novellino, ma solo se noleggi il film. Si è divertito molto e vuole rifarsi, ma sappiamo che può fare molto di più con la palla tra i piedi. Jugovic ha l’ultima parola. Alla caccia. Il ragazzo sta tirando. Obiettivo.
La Juve ha vinto la Coppa dei Campioni con una vittoria ai rigori contro l’Ajax. Il 22 maggio 1996, la Juventus sconfisse l’Ajax in una finale da mangiarsi le unghie per la Champions League, allora conosciuta come Coppa dei Campioni. La partita è stata così combattuta che molti tifosi della Juventus hanno pianto. Per vincere la “coppa dalle grandi orecchie” all’Olimpico di Roma, “un capitano, solo un capitano” doveva indossare la maglia numero 9. Quel giocatore era Gianluca Vialli. Dopo diverse stagioni alla Sampdoria, si trasferisce a Torino per la stagione ’92-’93. Gianluca Vialli alla Juventus è stato l’acquisto dei sogni per gli ardenti tifosi del club. Il protagonista è diventato immediatamente il numero 9.
Ci sono stati problemi durante le prime due stagioni da capo allenatore di Giovanni Trapattoni. Il periodo dell’attaccante della Cremonese con la Juventus, nonostante la vittoria della squadra in Coppa UEFA, è stato segnato da problemi di ambientamento e infortuni. Che, nei due anni precedenti, con Marcello Lippi allenatore, ha ribaltato le cose. Lo sviluppo diventa un partecipante attivo e un vero motore. Era il miglior giocatore di quella squadra, il grande nome. Da Moreno Torricelli ad Attilio Lombardo, con l’aiuto di Pietro Vierchowood, Antonio Conte, Didier Deschamps e Fabrizio Ravanelli, c’era una troupe dedicata che lavorava instancabilmente.
Alessandro Del Piero, Ciro Ferrara e Gianluca Vialli hanno avuto ruoli fondamentali. Stelle nel cielo. Oltre che in campo. Avevano un capitano in lui. E la sera del 22 maggio 1996, con quella fascia al braccio, offrì il massimo della commozione ai fedelissimi bianconeri. Sentimenti come questi non sono mai stati provati prima. Sì, come Gianluca Vialli è stato e sarà per sempre il capitano della Coppa dei Campioni. Solo alcune delle tante recensioni positive disponibili online.”Ciao Gianluca” della Juventus.ha la bandiera italiana cucita sul petto e il numero 9 stampato sulla schiena. Tu e il tuo identico fratello gemello Bobby Gol formate il nucleo offensivo della Sampdoria.
In poche parole: sei uno di noi. Così è stato anche dopo che avevano lasciato Genova e il Sud in lacrime. Ci hai dato molto e noi ti abbiamo restituito molto; questo è amore, ed è illimitato perché va in entrambe le direzioni. Un amore eterno che sopravviverà a entrambi. Poiché, come ben sai, sei superiore a Pelé, continueremo ad adorarti. E così, con tutte le probabilità, la nostra bella stagione durerà per sempre. Tu, Luca, mi hai garantito che brillerà per sempre nel cielo azzurro racchiuso da un cerchio bianco. ‘Per chi?’ “Per noiDopo aver lasciato Genova e il Sud con le lacrime agli occhi.
è rimasto così. Ci hai dato tanto e noi ti abbiamo dato tanto; questo è amore, ed è illimitato perché va in entrambe le direzioni. Un amore che non muore sopravvivi a entrambi. Perché, come ben sai, sei superiore a Pelé, continueremo ad adorarti. E così, con ogni probabilità, la nostra bella stagione durerà per sempre. Tu, Luca, hai garantito che brillerà per sempre nel cielo azzurro racchiuso da un cerchio bianco. “Per chi?” “Per noi!'” Così è stato anche dopo che avevano lasciato in lacrime Genova e il Sud. Ci hai dato tanto e noi ti abbiamo dato tanto, questo è amore, ed è illimitato perché va in entrambe le direzioni.
Un amore che non muore che sopravviverà a entrambi. Poiché, come ben sai, sei superiore a Pelé, continueremo ad adorarti. E così, con tutte le probabilità, la nostra bella stagione durerà per sempre. Tu, Luca, mi hai garantito che brillerà per sempre nel cielo azzurro racchiuso da un cerchio bianco. ‘Per chi?’ “Per noi, Luca, hai fatto in modo che brilli nel cielo azzurro dentro il cerchio bianco all’infinito. ‘Per chi?’ “Per noi!'” Tu, Luca, mi hai garantito che brillerà per sempre nel cielo azzurro racchiuso da un cerchio bianco. ‘Per chi?’ “Per noi!'”Nelle parole di Cremonese: “Sarai per sempre una brillante rappresentazione dei nostri valori fondamentali”.Per citare il Chelsea: “Una leggenda”.
