Discorso Di Berlusconi Oggi – Signor Presidente, onorevoli parlamentari, il Parlamento è la massima espressione ed esercizio della sovranità popolare, e così oggi l’amministrazione che ho l’onore di presiedere si rivolge al Parlamento. È attraverso elezioni eque che si concepiscono le democrazie, ed è attraverso i parlamenti che prosperano. Senza un parlamento libero e potente, non ci può essere né una vera democrazia né una leadership efficace.
È dal continuo accordo dei rappresentanti eletti del popolo che i governi democratici traggono il loro potere per promuovere il bene comune. Il Parlamento e il potere esecutivo devono sempre collaborare in armonia, con una chiara delimitazione delle responsabilità di ciascun ramo, come delineato nella nostra Costituzione. Questa è la mia ferma convinzione, ed è con questo spirito che parlo a ciascuno di voi.
Nel maggio del 2016, quando ho chiesto il vostro voto di fiducia al nuovo governo, ho sostenuto che il lavoro che ci attende per ristabilire lo slancio in Italia richiede ottimismo e dedizione. La visione era buona da parte mia. L’Italia stava entrando in una nuova era di grandi aspettative e cambiamenti attesi da tempo grazie alla cristallizzazione della volontà popolare nel 2008. Ci siamo rivolti tutti insieme agli elettori per aiutare a semplificare la scena politica e rafforzare l’amministrazione della nostra nazione, e loro hanno ascoltato noi e ci ha premiato per questo.
Le elezioni del 2008 hanno ridotto significativamente la frammentazione politica stabilendo una maggioranza di governo e un’opposizione con una leadership distinta. Il Popolo della Libertà e il Partito Democratico hanno ricevuto più del 70% dei voti tra di loro. Il popolo ha voluto e approvato questa riforma, segnando l’inizio di un bipolarismo maturo in cui gli oppositori si riconoscono e lavorano insieme per far riposare per sempre i vecchi metodi della politica.
Nonostante le differenze fisiologiche e necessarie, il comune denominatore sia del mio discorso di presentazione del Governo alle Camere che del discorso del leader dell’opposizione è stato il senso di responsabilità verso l’Italia e il popolo italiano. La strada è stata aperta per il tipo di atteggiamento riformatore a cui aspirava da tempo il Capo dello Stato. Il Sig. Veltroni, l’ex leader del Pd, ha citato una volta una riflessione di Piero Calamandrei, uno dei Padri Costituenti; Sono d’accordo con tutti i punti di Calamandrei, ma molte persone ricordano solo il primo.
“Il regime parlamentare non è quello in cui la maggioranza ha sempre ragione, ma quello in cui le ragioni della minoranza hanno sempre il diritto di essere discusse”, ha affermato Calamandrei. Quest’ultimo deve riconoscere la legittimità del voto della maggioranza e l’autorità costituzionale del governo. Per definire appieno questo corpo legislativo che molti speravano fosse “costituente”, penso che dovremmo ricominciare da qui.
E dovremmo farlo senza scendere a compromessi sul lato negativo, ognuno accettando la nostra parte di responsabilità, praticando il rispetto per l’avversario invece della parzialità. All’indomani del terremoto e ricordando il massacro nazista, l’ho detto a Onna il 25 aprile 2009 e glielo ripeto ora. Dobbiamo assolutamente metterci dietro i resti di una Guerra Fredda che ancora oggi troppo spesso divide il Paese in schieramenti ideologici e non in legittime opposizioni democratiche. Questo, ahimè, non è avvenuto.
L’Italia è l’unica nazione occidentale che non può sfuggire alla propria storia. Invece, c’era una resistenza dannosa che si era formata in anticipo, e questa opposizione è stata alimentata da forze politiche che le hanno incoraggiate a usare un linguaggio intriso di un clima di odio costante, sistematico e violento. Vedo e sento che c’è ancora troppo odio nel mondo, e la storia recente ci ha insegnato che l’odio è spesso servito da arma nei movimenti sovversivi.
Inoltre, dovremmo essere tutti vigili e preoccupati poiché negli ultimi mesi si è registrato un numero crescente di indicatori di intolleranza politica o addirittura di violenza. Pertanto, è fondamentale ricucire il tessuto dell’unità nazionale. Ciò che eleva la politica al di là delle piccole lamentele è il mandato del bene comune, a cui tutti dobbiamo obbedire. Sono grato per l’incrollabile solidarietà con cui questo Parlamento ha sempre sostenuto le migliori esportazioni italiane, i suoi soldati in servizio nelle missioni all’estero.
Mi sento obbligato a porgere le più sentite condoglianze alla famiglia del tenente Alessandro Romani, trentunesima vittima italiana in Afghanistan, dove i nostri valorosi militari sventolano bandiera italiana e bandiera della libertà per tutti i popoli che cercano una vita di sicurezza e indipendenza sotto un governo democratico. Tutto il nostro amore, rispetto e gratitudine è con loro. E’ necessario essere realistici e saggi quando si pianifica in anticipo.
Alla luce di ciò, dopo aver brevemente discusso i risultati delle azioni del governo negli ultimi due anni, sposterò la mia attenzione sugli obiettivi primari che speriamo di raggiungere nel corso della restante sessione legislativa. Senza sottrarsi alle preoccupazioni politiche che, a mio avviso, hanno definito la situazione attualezione, o evitando di confrontarmi con i fattori che hanno portato a fare a pezzi la coalizione che ha conquistato il diritto di governare nel 2008, lo farò.
Quindi, inizierò con il riassunto del nostro lavoro finora. Ritengo sia importante guardare con imparzialità ai risultati raggiunti dal governo negli ultimi due anni, a cominciare dai progressi compiuti nella lotta alla crisi economica. Durante la campagna elettorale, abbiamo avvertito che per il Paese si stavano avvicinando tempi economici cupi. Pertanto, non siamo stati colti alla sprovvista dall’improvvisa crisi.
Nessuno, tuttavia, prevedeva che sarebbe stato così pesante e significativo. L’ho detto prima, e lo ripeto: l’Italia ha superato questa crisi con misure e misure che sono state dichiarate efficaci da tutte le organizzazioni internazionali, pur avendo iniziato con sfide enormi, a cominciare dal suo grande debito pubblico.