Desirée Piovanelli Wikipedia – La famiglia di Desirée Piovanelli, una quattordicenne assassinata a Leno nel 2002, ha scoperto fuori casa un burattino con un teschio appeso. Secondo il Giornale di Brescia l’episodio è avvenuto qualche settimana fa ma è stato reso pubblico solo ieri. Maurizio Piovanelli, padre di Desiree, ha sporto denuncia e la Procura di Brescia ha avviato gli accertamenti ritenendo il fatto una minaccia.
Omicidio Piovanelli; il padre della vittima ha chiesto una nuova indagine.
Maurizio Piovanelli l’estate scorsa aveva presentato denuncia alla Procura di Brescia, chiedendo la riapertura del caso alla luce di “nuovi elementi collegati alle indagini nell’ultimo periodo”, ipotizzando che Desirée fosse stata vittima di un tentato sequestro di persona per un giro di Pedofilia e feste a luci rosse. Ci sarebbe altro da fare lì. Solo Giovanni Erra, il maggiore del “branco di Leno”, era adulto.
Pena di morte per Desirée Piovanelli: quattro anni
Tre compagni di classe quattordicenni di Desirée Piovanelli sono stati giudicati colpevoli del suo omicidio e condannati a scontare una pena; erano tutti maggiorenni del gruppo tranne Giovanni Erra, condannato all’ergastolo. L’accusa sostiene che Desirée è stata assassinata da membri del suo branco che l’hanno condotta in una fattoria, hanno tentato di violentarla e poi l’hanno pugnalata a morte.
Qualche settimana fa Erra aveva chiesto un nuovo processo, chiedendo ai suoi nuovi avvocati di fare “tutti gli sforzi necessari per produrre l’appello straordinario che, per legge, deve basarsi su “nuove prove”. Prima di cambiare versione e dire che si recò alla cascina per prendere della droga e trovò Desirée morta, Erra inizialmente confessò il delitto nel momento in cui fu commesso, accusato da tre giovani.
Dichiarazione di apertura di Desirée Piovanelli: “Vi racconterò del giorno dell’omicidio”
L’indagine per omicidio su Desirée Piovanelli è in corso. Ora, un gruppo di avvocati che lavorano per conto di Giovanni Erra intendono riaprire il caso perché rifiutano di accettare come definitiva la pena detentiva di 30 anni del loro cliente. Dalle macchie di Dna non analizzate agli avvenimenti del giorno dell’omicidio tra le mura fatiscenti della cascina abbandonata, tutto dovrà essere ripercorso.
La sconvolgente rivelazione di Desirée Piovanelli: “Ecco perché è stata uccisa”
Desirée Piovanelli, un’adolescente pugnalata a morte in una fattoria abbandonata durante un tentato stupro nel 2002, avrebbe compiuto 16 anni quest’anno. Il padre della ragazza ha chiesto ulteriori indagini nella speranza di scoprire il vero colpevole. Secondo il padre della giovane, uno di loro gli avrebbe rivelato appositamente i fatti salienti, facendo chiarezza su alcuni aspetti oscuri dell’accaduto.
Per il padre di Desirée Piovanelli qualcosa non quadra riguardo alla morte violenta della figlia, avvenuta il 28 settembre 2002, quando i lupi la pugnalarono a morte in seguito ad un tentato stupro in un casale abbandonato a Leno, nel bresciano. La ragazza, che all’epoca aveva 15 anni, era stata introdotta con l’inganno nella proprietà.
Gli efferati assassini di Desirèe Piovanelli
Secondo la legge italiana, la ragazza è stata assassinata dal vicino di casa Nicola Bertocchi, 16 anni, da due suoi compagni di classe e da un adulto, anch’egli vicino di casa della famiglia della vittima, Giovanni Erra, condannato a 30 anni di carcere. I ragazzi minorenni sono stati rilasciati dal carcere dopo aver scontato rispettivamente 18, 15 e 10 anni.
La ricostruzione suggerisce che Desirée Piovanelli sia stata attirata nella cascina dove venne stuprata e uccisa da Bertocchi e dai suoi complici. Tuttavia, nella puntata di Quarto Grado andata in onda il 3 giugno, il padre ha rivelato: «C’era un agitatore sempre insabbiato, che faceva parte di un gruppo di adulti che organizzava serate a luci rosse con ragazzine minorenni in base al sesso e alla Una rete che premiava i rapitori con giovani donne da usare come bomboniere.
“Un giro di pedofilia ha perseguitato mia figlia.”
Per questo Maurizio Piovanelli, padre della vittima, sostiene di non accettare la ricostruzione prodotta nel corso dei processi: “Mia figlia è vittima di un tentato rapimento e non di un tentato abuso. Leno, il Paese sa cosa è successo. Il padre della ragazza aveva invocato la possibilità di un nuovo processo.
Tranquillo alcuni sconosciuti si sono avvicinati a me e mi hanno confessato di avere familiarità con la banda pedofila, ecco perché: pedofilia, da quanto abbiamo capito si tratta di adulti che prendevano di mira giovani donne e usavano altri bambini come esca per avvicinarsi a loro. Desirée Piovanelli è stata assassinata nella cascina di Leno dove lavorava, Ermengarda, il 28 settembre 2002.
Il padre di Desirée sostiene che molte persone influenti fanno parte della rete pedofila. Ritenendo che gli aspetti negativi dell’accaduto sussistano ancora, Maurizio Piovanelli, tramite i suoi legali, è disposto a sporgere denuncia per la riapertura delle indagini. Attraverso le telecamere del Quarto Grado l’uomo ha rivolto anche un appello ai tre indagati ancora in libertà ea chiunque altro avesse notizie sulla morte di Desirée Piovanelli.
Il burattino dell’assassinata Desirée Piovanelli è stato appeso a un albero davanti alla casa dei suoi genitori nel 2002.
Un gesto minaccioso o forse semplicemente imbarazzanteLa lettera g è stata lasciata davanti alla casa dei genitori di Desireè Piovanelli, brutalmente assassinata nel 2002, all’età di quindici anni. Il cancello della casa era adornato con un burattino scheletro. La Procura denuncia intimidazioni, ma persistono shock e indignazione diffusi per questo atto spregevole.
Giovanni Erra, un altro vicino di casa della famiglia Piovanelli, era un adulto che, insieme a due adolescenti e al fratello maggiore della ragazza, aveva tramato per stuprare e uccidere. la ragazza quando aveva 15 anni. La giovane ha riportato ferite multiple da arma da taglio. Un’indagine è stata aperta dalla Procura di Brescia dopo che il ragazzo ha denunciato il ritrovamento del pupazzo e sporto denuncia.
Erra sostiene che il giorno dell’omicidio si trovava in casa e i suoi avvocati, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, sono “alla ricerca di una persona che tempo fa” avrebbe dichiarato all’operaio “di essere a conoscenza dell’autore dell’omicidio”. .” “Qualcuno sa chi è il vero e unico assassino”, dice Erra in un messaggio ai suoi avvocati.