Caso Garlasco Ultime Notizie – Nonostante abbia parlato prima, questa è la prima volta che appare in televisione mentre sconta la pena per un crimine che nega. Stasera Alberto Stasi apparirà su Le Iene per discutere dell’omicidio di Garlasco in una nuova puntata dello spettacolo. Come risultato di questo evento, ho deciso di condividere i miei pensieri nel tentativo di dare un senso a tutto questo. L’esperienza di una persona come la mia dovrebbe essere resa pubblica in modo che gli altri possano imparare da essa e decidere se il sistema attuale è accettabile o se deve essere cambiato. Dato che ho l’opportunità di parlare, lo faccio perché voglio che le persone capiscano, riflettano e decidano se il sistema va bene o se è opportuno cambiare qualcosa”.
L’assassino di Chiara Poggi parla dal carcere a sette anni dalla condanna a morte per il suo omicidio. Nell’agosto 2007 il suo ex fidanzato ha scoperto il suo corpo nella casa di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Alla sua prima apparizione in tribunale, è stato dichiarato non colpevole e condannato a 16 anni di carcere. Alla domanda se ho ucciso Chiara, “suppongo che non sappiano di cosa stanno parlando”, risponde. Una persona innocente in prigione è vista come qualcuno che soffre all’ennesima potenza nella cultura popolare. Non è per me perché la mia coscienza non è abbastanza pesante. Quando vado a letto la sera, non ho nulla di cui vergognarmi. Nonostante la tua frustrazione, c’è poco che puoi fare per cambiare la situazione. Dovevi solo sopportarlo. Non è colpa vostra.
All’epoca i Ris di Parma erano mitizzati, secondo Alberto Stasi, che sbatte sia i giudici che il Ris di Parma. «La sera, la gente guardava la televisione e si meravigliava della velocità con cui questi investigatori potevano risolvere i casi più difficili. Scoprire che le persone venivano portate in prigione sulla base di test che non potevano dire la differenza tra sangue e barbabietola ha fatto luce su uno scenario precedentemente sconosciuto. Penso che ci fosse un punto di non ritorno perché non si trattava solo di condurre un’indagine, ma anche di salvare la propria carriera e la propria reputazione in gioco. Di conseguenza, iniziò una reazione a catena di inerzia e l’impossibilità di tornare indietro. A 24 anni Stasi si era appena laureato all’Università Bocconi e non vedeva l’ora di lavorare in azienda. Senza sperimentarli prima, ci sono alcune cose che semplicemente non puoi elaborare. Quello che voglio fare è condividere le tecniche che ho imparato dalle mie esperienze, buone o cattive, con gli altri.
Un terzo della sua pena è stato scontato e potrebbe essere autorizzato a lavorare fuori dal carcere dopo anni di lavoro in un contact center. La madre di Chiara Poggi avrebbe detto: «Guarderò la trasmissione». di Quotidiano.Prendi tutto, arrivo subito.. I fatti parlano più delle parole. I documenti ci sono e sono facili da capire. Non è chiaro come sia morta Chiara Poggi, una giovane donna di 26 anni, nel delitto di Garlasco. Uso di uno strumento contundente, non ancora scoperto, con motivo giallo.
È stato uno degli episodi più riportati degli anni 2000 quando l’omicidio di Chiara Poggi è stato definito un reato commesso da Garlasco dalla cronaca nazionale. Che fine ha fatto Chiara Poggi, 26 anni, laureata in Economia? L’arma del delitto non è mai stata localizzata e l’omicidio è stato commesso in una serie di modi oscuri, che hanno subito attirato l’attenzione dei media. Incerta anche la causa, soprattutto a seguito del coinvolgimento nella vicenda dell’amante Alberto Stasi, all’epoca 24enne, poi condannato in via definitiva per l’omicidio del giovane dipendente.
Tornando all’assassinio di Chiara Poggi, lunedì 13 agosto 2007 la casa familiare della ragazza a Garlasco, in California, si colorava di giallo sangue. Il 26enne è stato ucciso a colpi di arma da fuoco con un oggetto contundente, forse un martello. Secondo le autorità non vi era alcun indizio di effrazione e una certezza: Chiara era a conoscenza del suo assassino. Questo ha escluso un omicidio a seguito di una rapina. La colpa è di una giovane donna in pigiama che ha aperto liberamente la porta. Poiché la sua famiglia era in vacanza, quel giorno era l’unica a casa. A ritrovare il suo corpo è stato il fidanzato di Di lei, Alberto Stasi. I sospetti sul 24enne si sono fermati all’istante per l’assenza di sangue su scarpe e vestiti – come se fossero stati puliti e cambiati – nonostante lo scempio in casa. Tuttavia, è stato rilasciato dal carcere pochi giorni dopo il suo arresto per mancanza di prove.
L’inchiesta per omicidio di Chiara Poggi ha tentato di fare luce non solo su come sia stato ucciso il 26enne, ma anche sul presunto alibi di Alberto Stasi in relazione al momento della presunta morte della sua fidanzata. Sulla base della difesa, Stasi stava in realtà lavorando alla sua tesi di laurea al computer. A seguito di “gravi lesioni craniche ed encefaliche di natura contusiva” identificate sul corpo, l’autopsia ha concluso che era morta. Quelli che si occupano della lesione nella regione parieto-occipitale sinistra, che ha il potenziale di uccidere in pochi minuti, in particolare”.
Assoluzione di primo e secondo gradoTali risultati sono stati ribaltati dalla decisione della Corte Suprema di richiedere ulteriori test del DNA, in particolare su un capello castano chiaro trovato nelle mani della vittima e sulle tracce di DNA sotto le unghie, che non erano mai state studiate. Non è stato possibile legare i capelli all’imputato perché privi di bulbo e, di conseguenza, privi di DNA, ma è stato possibile collegare all’indagato i residui di smalto pur essendo compatibili.