Caso Cucchi Carabinieri – Sono passati cinque anni da quando il generale Casarsa ha ricevuto il suo incarico. Usando un’arma di “profondo dolore”, il pubblico ministero mira a trasmettere “un comportamento incompatibile con i nostri ideali e principi”. Ilaria Cucchi si definisce “scioccata”. Non mi aspettavo che si presentasse in questo giorno particolare. Abbiamo perso anni delle nostre vite, ma siamo ancora qui. Inoltre, i responsabili del crimine – gli autori – sono stati assicurati alla giustizia”, rimarca subito. Dopo otto ore in sala consiliare, il giudice Nespeca ha condannato tutti gli imputati nel primo grado del processo per depistaggio a seguito della morte di suo fratello Stefano Le accuse sono state accolte.
Il generale Alessandro Casarsa aveva appena cinque anni quando divenne generale. Francesco Cavallo, il capo del Comando del Gruppo Carabinieri di Roma al momento dell’incidente, è stato condannato a quattro anni di reclusione. Luciano Soligo, un precedente capo dei Talenti Montesacro, è morto alla tenera età di quattro anni. Luca De Ciani era un carabiniere all’età di due anni e mezzo. Oltre a Francesco Di Sano, è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione il carabiniere Lorenzo Sabatino, ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. 9 mesi Massimiliano Labriola Colombo, l’ex comandante della stazione di Tor Sapienza. Colombo Labriola Fra le accuse rivolte agli otto carabinieri figurano falsità, favoreggiamento, omissione e calunnia.
Il verdetto finale è stato emesso dopo 13 anni e 15 processi si erano svolti. Solo pochi giorni dopo che la Corte di Cassazione ha formalmente condannato gli autori del pestaggio che hanno ucciso Stefano Cucchi, geometra di 31 anni morto il 22 ottobre 2009, a 12 anni di carcere per i loro reati, sono stati condannati a 12 anni di carcere. “Un’attività di depistaggio persistente, a volte compulsiva, durata anni” era stata delineata dall’accusa nella sua incriminazione.
La tremenda tristezza di Arma per la perdita di una giovane vita è esacerbata da questa sentenza, secondo il comando generale dei carabinieri. Riscopriamo l’importanza di essere vicini ai nostri cari. Nonostante la sua infanzia, la sentenza rivela comportamenti non coerenti con i valori e le idee incarnate dall’arma». Dichiarando una nuova determinazione ad agire sempre “con rigore e trasparenza”. L’avvocato di Ilaria Cucchi, Fabio Anselmo, afferma che “l’anima nera del caso Cucchi è il generale Casarsa”, e che “tutto quello che hanno scritto su Stefano Cucchi” tossicodipendente, anoressico, sieropositivo”” ed “è falso, studiato a tavolino, “che “ha ucciso lentamente Rita Calore e Giovanni Cucchi e ha consumato la vita di Ilaria” è falso. Il legale del generale Casarsa, Carlo Longari, afferma che il generale è stato “calmo” per tutto il processo e “rispetta” le punizioni senza commenti. Per ora attendiamo solo le spiegazioni». L’avvocato di Sabatino, Adolfo Scalfati, ritiene però che questa punizione sia un errore giudiziario: “Non ce lo aspettavamo, riteniamo che questa sentenza sia un errore giudiziario”.
A Stefano Cucchi era stata concessa la carcerazione preventiva al momento del suo omicidio a Roma il 22 ottobre 2009. Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro sono stati condannati a 12 anni di reclusione il 4 aprile 2022 dalla Corte di Cassazione per omicidio colposo. Da una parte i medici dell’ospedale Pertini partecipavano al procedimento giudiziario, mentre dall’altra continuano a essere coinvolti a vario titolo più militari dell’Arma dei Carabinieri. A seguito della pubblicazione delle immagini dell’autopsia, la notizia è stata ripresa dai media italiani, comprese agenzie di stampa, giornali e telegiornali. Documentari e lungometraggi sono stati basati sulla storia. Un geometra romano di 31 anni, Stefano Cucchi, è stato arrestato dai carabinieri alla stazione di Roma Appia il 15 ottobre 2009, quando è stato visto consegnare una banconota a Emanuele Mancini in cambio di alcuni pacchetti trasparenti. È stato accusato di riciclaggio di denaro.
Oltre a 12 pacchetti di quantità variabili di hashish, tre pacchetti di cocaina e un medicinale per l’epilessia, il giovane è stato trovato in possesso di un totale di 20 grammi di hashish, tre pacchetti di cocaina e un medicinale per l’epilessia. Appena trasferito in caserma è stata ordinata una perquisizione a casa dei suoi genitori, che è finita male. Stefano Cucchi godeva di ottima salute fino a poco tempo fa e non aveva espresso alcun disagio nel suo corpo. Quando Tedesco e D’Alessandro sono arrivati al Comando dei Carabinieri Casilina di Roma alle 14:15. per accompagnare Stefano, videro Di Bernardo e D’Alessandro picchiare Stefano. In mattinata è stato riaccompagnato alla stazione di Roma Appia, dove è stato portato alla caserma di Tor Sapienza e rinchiuso per la notte in una cella di sicurezza.
Il bambino ha riferito di non sentirsi bene all’assistente di notte, che ha contattato il 118, ma Stefano ha rifiutato di farsi visitare. In seguito Luigi Manconi, direttore dell’Ufficio Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha contestato l’udienza di validità perchése “ha assegnato a Cucchi la cittadinanza straniera e la condizione di “senza fissa dimora”, pur essendo residente regolare della città”. Sebbene i suoi occhi fossero chiaramente ammaccati e la sua mobilità fosse ridotta con l’avanzare del processo, non ha detto a suo padre di essere stato maltrattato fisicamente.
Di conseguenza, il giudice ha confermato la detenzione di Stefano Cucchi e ha autorizzato una richiesta di custodia cautelare presso il carcere di Regina Coeli nonostante le sue precarie condizioni di salute. La prima udienza del processo si terrà il 13 novembre. Le condizioni di salute di Cucchi sono ulteriormente peggiorate a seguito dell’udienza. Alle 23 è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli. il 16 ottobre con tagli e contusioni alle gambe e al viso. Il paziente è stato quindi consigliato di recarsi in ospedale, ma ha rifiutato ed è stato rimandato in carcere. Stefano Cucchi è stato ricoverato in reparto di galera dell’ospedale Sandro Pertini dopo il deterioramento delle sue condizioni di salute, dove è morto all’alba del 22 ottobre.