Bugiardo E Incosciente Autore – Bugiardo e incosciente / Una mezza dozzina di rose è il cento e primo 45 giri di Mina, pubblicato dall’etichetta privata dell’artista PDU nel febbraio 1970 e distribuito dalla EMI italiana. Un singolo dell’album, “Liar More Than Ever, More Reckless Than Ever” raggiunse la posizione numero.
9 nelle classifiche settimanali all’inizio del 1970. Una canzone dell’album era inclusa. Il 49° singolo più venduto dell’anno sarà A alla fine dell’anno. Il singolo principale di questo album, A Shadow / Heart Problems, non è andato molto meglio, raggiungendo il numero 42 della classifica annuale con una performance settimanale simile.
Augusto Martelli è l’orchestratore, direttore e arrangiatore delle composizioni. La tieta, canzone del cantautore spagnolo Joan Manuel Serrat, è stata resa famosa in Italia da Mina con questa canzone, che è stata registrata nel 1967. Nasce un classico, nonostante il testo di Paolo Limiti abbia poco a che fare con l’originale . Canteranno anche Ornella Vanoni e Rita Pavone.
Successivamente, nell’album Altro in Mina 25, la cantante proporrà Ballata d’autunno, scritta dallo stesso autore e utilizzando la stessa poesia di Limiti. Questa è una delle poche canzoni in cui Mina è sia la cantautrice che la co-autrice; ha collaborato con Paolo Limiti ai testi. In due diverse occasioni, nel 1967 per I discorsi e nel 1968 per Nel profondo del mio cuore, era già accaduto
All’anno successivo a Canzonissima 1968, Mina intraprende una tournée dal vivo con Giorgio Gaber, esibendosi nei più prestigiosi teatri del Paese. Nonostante fossero una coppia unita, le leggi del mondo dello spettacolo all’epoca li obbligavano a interpretare ruoli completamente diversi. Non ci sono duetti o medley.
ogni interprete ha una parte solista. La prima metà dello spettacolo è dedicata all’artista milanese, che canta ed esegue monologhi che preparano le basi per la successiva formula “canzone di teatro”. La seconda metà dello spettacolo è dedicata alla primadonna, che esegue un set di non più di una.
dozzina di canzoni, la prima delle quali è una versione della canzone di Mina, And I’m È chiaro che l’aspetto “di gala” di Mina durante lo spettacolo è stato abbandonato a favore di abiti da sera più corti che mettono in risalto il suo fisico snello e calze nere sulle gambe. In larga misura, il repertorio è tratto dal recente album di Mina.
more inconscious than ever…”, e la canzone che include i versi del titolo è il fulcro. Juan Manuel Serrat è un giovane artista orgoglioso della sua eredità spagnola. Nonostante gli sia stata concessa l’opportunità di rappresentare la Spagna all’Eurovision Song Contest del 1968, ha rifiutato perché ha insistito per eseguire.
la sua canzone in catalano. La Spagna dell’era franchista lo ha bandito da tutti i programmi televisivi e radiofonici a causa di questa accusa. Mina ha avuto l’opportunità di ascoltare le opere di Serrat in uno dei suoi viaggi in Spagna e ha chiesto a Paolo Limiti di tradurre in italiano una delle sue canzoni preferite.
Per darle il nome originale, la storia è incentrata su una donna anziana che è stanca di vivere la stessa vita più e più volte e si lamenta in isolamento per quanto tempo perde a fissarsi nel riflesso di uno specchio. Come risultato del radicale allontanamento di Limiti dal testo originale, si sviluppa una.
tumultuosa storia d’amore tra un lui presuntuoso ed egocentrico e una lei appassionata. I due sono dilaniati dalla gelosia e spinti dalla passione. Per la maggior parte, questa canzone è stata eseguita da cantanti come Mia Martini, Patty Pravo, Ornella Vanoni e Milva come un classico della fenomenologia.
Ora è un lungo monologo che riporta alla mente Cocteau, uno scenario di sentimenti che, in soli sei minuti, passa dalle orribili intenzioni di una donna accecata dall’odio a una completa sottomissione al primo richiamo dell’amante appena mi sveglio . Per i primi sei minuti dell’opera, gli arpeggi in stile spagnolo di.
una chitarra acustica hanno la precedenza sugli altri strumenti dell’orchestra, in una delle partiture di maggior successo di Augusto Martelli, che fu anche direttore e compositore. Nei primi anni ’70 uscì anche come disco un disco che sfida le regole commerciali più elementari proponendo un’altra opera unica, intitolata.
Half a dozzina di rose e firmata dalla stessa Mina con Martelli e Limiti sul lato B. Una grande parrucca rosa copre il tutto il fronte della busta, e le immagini in copertina sono sempre ben fatte. Deve competere con le uscite sanremesi, ma anche senza avventure esaltanti (come quella che accadrà con.
Insieme tra qualche mese), riesce comunque a difendersi inserendosi tra i 50 libri più seguiti dell’anno a conclusione dell’anno. Mentre scrive le note di copertina dell’album, Mario De Luigi dice di Liar e inconscio: “Una canzone che ha fatto innamorare Mina, una canzone intensa che allo stesso tempo è eternamente dolce.
Una storia d’amore e di speranza che nessun altro ha mai avuto. sentito prima.” Era la fine dell’anno 1969. Maggiolina quartiere di Milano Per la cantante Mina, Paolo Limiti aspetta nella sua soffitta di via Cagliero per ascoltare una canzone che sta composto per lei e che spera di aver registrato. Limiti.
terrorizzato dal giudizio del cantante, accende il giradischi mentre l’artista siede sul divano nel magnifico studio dell’artista, zeppo di libri di cinema e quarantacinque dischi di vari generi musicali. “Per favore ascolta la musica per intero. Potrebbe essere ripetuta, quindi non preoccuparti se non ti.
parla; in caso contrario. non fare nulla. Sarebbe più facile per noi ascoltarti se iniziassi invece di stare lì a parlare, “Paolo” schernisce l’artista. “Mina lo supplica. Limiti, ora più sicuro di sé, accende il Geloso prestando molta attenzione all’espressione esuberante del cantante, del vittimismo femminile. “Liar more that even.