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Arresto Presidente Foggia - Media Famosi

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Arresto Presidente Foggia – Venticinque o cinquanta euro a voto. Così le elezioni sono state inquinate portando alle urne “i voti appropriati”. E’ quanto emerge dall’esito della grande operazione compiuta all’alba di oggi nelle province di Bari, Palermo e Taranto e che vede agli arresti domiciliari anche il presidente del Calcio Foggia 1920, Nicola Canonico, tra i 19 coinvolti. In particolare, l’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di una complessa attività investigativa, articolata in 2 filoni investigativi

distinti, ma legati tra loro da profili di connessione soggettiva e oggettiva – di cui il primo – delegato alla Compagnia dei Carabinieri di Triggiano – ha riguardato, tra l’altro, un’associazione di stampo mafioso operante nel valenzano, propaggine del noto e storico clan dei Parisi; il secondo – codelegato alla Polizia di Stato e al Nucleo Pef/Gico di Bari – aveva ad oggetto, tra l’altro, Prima delle elezioni comunali di Bari del maggio 2019 a Bari, è stato costituito un gruppo criminale organizzato con il preciso scopo di commettere corruzione elettorale.

Gli sforzi investigativi avrebbero infatti rivelato una coordinata selezione e reclutamento degli elettori con successiva acquisizione del loro voto – mediante il pagamento di somme di denaro a sostegno di un candidato, di lista civica, alla carica di consigliere comunale, poi eletto . Di conseguenza, l’ipotetica organizzazione criminale sarebbe stata resa popolare, sviluppata e organizzata. A questa accusata organizzazione criminale si sarebbero affiancati altri 7 soggetti aventi il ​​ruolo di “elettori”,

ovvero trovare, contattare e arruolare il maggior numero possibile di elettori dai quali avrebbero acquistato i voti per il pagamento di un corrispettivo in denaro. In relazione a tali fatti, il giudice istruttore ha riconosciuto la gravità circostanziale dei reati di associazione per delinquere finalizzati alla corruzione elettorale. Oltre cento carabinieri del Comando provinciale di Bari stanno effettuando misure cautelari personali nelle città di Bari, Cassano delle Murge,

Valenzano, Ginosa e Palermo nei confronti di quindici soggetti indagati per diversi reati tra cui associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in minacce , porto e detenzione di armi da fuoco comuni, estorsioni, usura e associazione allo scopo di ostacolare la giustizia. Il gip avrebbe accolto l’ipotesi dell’accusa secondo cui dieci degli imputati facevano tutti parte di un’organizzazione criminale di stampo mafioso nella città di Valenzano,

dove avrebbero commesso estorsioni, usura, spaccio di droga e detenzione illegale di armi imponendo la loro volontà attraverso l’uso della violenza e delle armi. Sono in corso le misure cautelari a seguito dell’istruttoria avviata a settembre 2017 su una delegazione della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Sezione Operativa della Compagnia dei Carabinieri di Triggiano. L’obiettivo dell’inchiesta è svelare i legami tra un criminale ricercato e il clan Parisi.

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Le significative prove di colpevolezza ottenute hanno permesso di individuare il ruolo di promotore di un progetto criminale, i cui associati sono stati individuati in 7 lealisti oltre che nei suoi genitori, la cui madre – in particolare – è sorella di un defunto. boss, ucciso in un agguato mafioso nel 2009. Dopo oltre due anni di intense indagini, la polizia ha potuto rivelare il proprio comportamento che aveva assicurato il sequestro di armi e droga nel maggio 2016 dallo smaltimento dei soci.

Inoltre sono stati individuati cinque episodi di estorsione, sei episodi di usura, un episodio di riutilizzo di denaro proveniente da attività illecite e molti episodi di spaccio di droga, a fronte dei quali 10 persone sono state trattenute in reato. È importante notare che il capo e i suoi scagnozzi non hanno avuto remore a ricorrere alle armi, alla violenza fisica o a minacciare le loro vittime, come si vede, ad esempio, nella scena in cui dicono a una vittima di usura: “Se non paghi , ti uccideremo”. “Dovrò spararti, svuotarti una rivista in testa.

Normalmente direi di no, ma se insisti, ammetto che un po’ mi piacciono”. Tra i tanti oggetti di grandi dimensioni che sono stati sequestrati, spiccano i 32 chilogrammi o più di droghe illegali. Per quanto riguarda il secondo filone di indagine, le forze dell’ordine stanno adottando misure cautelari personali nei confronti di altri quattro soggetti indagati a vario titolo legati all’ipotesi del reato di scambio elettorale politico-mafia e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale nei comuni di Casamassima, Palo del Colle e Valenzano.

Secondo l’approccio accusatorio accolto dal GIP presso il Tribunale di Bari, allo Stato, sarebbe emerso dalle approfondite indagini condotte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Bari. Durante le elezioni comunali del novembre 2019 a Valenzano, il capo della mafia organiL’organizzazione oggetto di indagine nella prima linea di indagine è sospettata di aver promesso di fornire “voti della malavita” per particolari candidati in cambio di vantaggi personali e organizzativi.

Questa promessa è stata fatta in particolare alla coppia che era già emersa come figure centrali nella narrazione precedente. La coppia in questione si è infiltrata in una lista civica e ha raggiunto un accordo con il capo del clan di Valenzano per ottenere un fascio di voti per i soggetti affiliati all’altro, che si candidano a consigliere comunale. Il giudice istruttore ha soppesato il peso delle prove secondo cui i due si sarebbero infiltrati in una lista civica per candidarsi a consiglio comunale e commettessero il reato di scambio elettorale politico-mafioso, come previsto dall’art.

416 ter cp. Il giudice istruttore ha soppesato le prove secondo cui i due erano iscritti in lista civica per candidarsi alla carica di consiglio comunale e commettevano il reato di scambio elettorale politico-mafioso, così come definito dall’art. 416 ter cp. Il giudice istruttore ha soppesato il peso delle prove che suggeriscono la commissione del reato di “scambio elettorale politico-mafioso” così come definito dall’art. 416 ter cp.

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