Arresto Domenico Bervicato – 14 aprile 2023, Napoli – Il cadavere del 22enne spacciatore Antonio Natale è stato scoperto con tre ferite da arma da fuoco alla testa e alla schiena. Sarebbe stato abbattuto dai membri del gruppo criminale Bervicato perché aveva sottratto loro armi, droga e denaro. petto, su un terreno vicino alla periferia di Caivano, il 18 ottobre 2021, due settimane dopo la sua scomparsa il 4 ottobre.
A cui gli inquirenti contestano l’omicidio e i relativi reati di detenzione e porto d’arma da fuoco, commessi in maniera mafiosa, è Domenico Bervicato, 22 anni, sospettato di avere legami con l’omonima organizzazione criminale. Bervicato è accusato di omicidio , nonché di detenzione e porto di arma da fuoco , entrambi punibili con la pena di morte.
Secondo molteplici dichiarazioni rese dalla madre della vittima Anna Alboretti, l’ultima persona che ha visto suo figlio vivo è stato Domenico Bervicato. Gli inquirenti hanno parlato anche con Domenico Bervicato, il quale ha affermato che lui e Antonio si erano recati da Caivano a Napoli e da allora avevano perso i contatti.
Successivamente, i carabinieri che conducevano un’indagine antidroga nelle piazze di spaccio del Parco Verde di Caivano hanno arrestato Domenico Bervicato. Lui ei suoi due fratelli, Massimo e Giovanni, così come suo padre, Francesco, ricevettero un’ordinanza militare che lo accusava di formare un’organizzazione per il traffico di droga. L’inchiesta suggeriva che Domenico Bervicato fosse sul punto di fuggire.
Antonio Natale, giovane del Parco Verde, è stato ritrovato morto in un terreno agricolo tra Caivano e Acerra dopo diversi giorni di ricerche. Il sospettato in questo caso è Domenico Bervicato. Nell’ottobre del 2021, il caso ha ricevuto copertura dalle principali testate giornalistiche. La madre aveva già fatto ripetute richieste prima della triste scoperta, urlando contro il muro muto del quartiere diventato famigerato come la più grande piazza di spaccio di droga d’Europa.
Gli inquirenti hanno ricostruito che anche Antonio era stato coinvolto in quel disastroso giro, e lì hanno trovato il movente dell’omicidio. Bervicato è accusato di aver ucciso il 22enne come punizione per il furto di armi, droga e denaro dall’organizzazione criminale. La sua testa e il suo petto sono stati colpiti da tre dei proiettili sparati nella sua direzione.
Dopodiché, hanno cercato di coprire il corpo e di far sembrare l’omicidio un lupare bianco. Un tentativo fallito a causa del diffuso interesse per il caso da parte dei media.Antonio era tornato a Caivano dalla Germania, dove lavorava come pizzaiolo, a causa del lockdown. Ma ora faceva parte di un gruppo che spacciava droga e faceva soldi facili. La famiglia aveva tentato più volte di esiliarlo e lo aveva persino denunciato pubblicamente. Non è riuscito ad arrivare in tempo.
v Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, i Carabinieri del Castello di Cisterna hanno arrestato questa mattina Domenico, urlatore. Omicidio tramite il metodo mafioso con possesso di arma da fuoco e porto d’accusa. Anche altri arresti all’interno della stessa famiglia negli ultimi mesi sono stati collegati alla detenzione e allo spaccio di droga.
L’arresto dell’indagato nell’omicidio di Antonio Natale ha segnato una svolta. E’ stata eseguita questa mattina la custodia cautelare in carcere dai carabinieri del nucleo investigativo del Castello di Cisterna nei confronti di una persona gravemente sospettata di omicidio e dei connessi reati di detenzione e detenzione di armi da fuoco, aggravati dal metodo mafioso.
Un giudice di Napoli ha emesso l’ordinanza su richiesta della Dda dopo lo svolgimento di un’indagine. Domenico Bervicato è in custodia ed è stato accusato di omicidio nella sparatoria di un ragazzo di nome Antonio Natale che era un residente del Green Park. Natale è stato colpito tre volte alla testa e al petto. Nel 2021, il 4 ottobre.
Il corpo di Antonio fu ritrovato in un fondo agricolo quattordici giorni dopo. L’omicidio di Natale sarebbe stato pianificato in anticipo come punizione per il suo furto di armi da fuoco, droga e denaro dall’organizzazione criminale Bervicato, con la quale era in affari.Quello che è successo in piazza dei Bervicato, sorvegliata 24 ore su 24 dalle telecamere: Antonio Natale li ha truffati sulla paga. La morte di Antonio Natale è legata a un’indagine per traffico di stupefacenti.
I Bervicato divennero al centro dell’attenzione dei magistrati. Francesco, Massimo, Giovanni e Domenico Bervicato sono stati tutti arrestati sabato durante il blitz al Parco Verde. Sono accusati di presidiare la piazza al settimo livello delle ‘case di mattoni’ nel verdeggiante parco di Caivano.
Qui, le vendite di droga seguivano un protocollo specifico, con i clienti che si dirigevano verso un appartamento specifico al quarto piano e poi, dopo essere stati opportunamente identificati da sentinelle e spacciatori, entravano da una delle numerose porte sicure.
Funzionamento della Piazza dei Bervicato La piazza era costantemente animata da persone che compravano e vendevano droghe come la coca ine, erbaccia e hashish. Gli investigatori affermano che i Bervicato erano al vertice del traffico di droga in quest’area.
Gli investigatori hanno raccolto prove del loro coinvolgimento, comprese registrazioni video e testimonianze di acquirenti di droga che affermavano di riconoscere i membri della famiglia Bervicato come le “case di mattoni” nel traffico di droga di Green Park. Sono stati ritrovati telefono e patente di Antonio Natale. Come già stabilito, la scomparsa e il successivo ritrovamento del cadavere di Antonio Natale il 10 ottobre si intreccia con l’inchiesta sul traffico di stupefacenti a Parco Verde.
Il 5 settembre i carabinieri di Caivano hanno condotto un’irruzione al quarto piano delle ‘case di mattoni’ e hanno scoperto, tra l’altro, tracce di sostanze stupefacenti, una bilancia, un iPhone 12 con una sim TIM intestata ad Anna Alboretti, Antonio La madre di Natale, e la patente di Antonio. Che Antonio ‘lavorasse’ per i Bervicato nel loro traffico di droga è ciò che prova, secondo gli inquirenti.