Arresto Afragola Oggi

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Arresto Afragola Oggi – Il 4 dicembre i carabinieri di Afragola e Casoria hanno avviato un’operazione che ha portato all’arresto di sei persone, tutte ritenute i primi indiziati dei recenti furti in tre tabaccherie. Cinque di loro si sono presentati al Tabacchi di via Amendola proprio all’apertura e hanno provocato un trambusto picchiando uno dei titolari e portando via contanti, sigarette e gratta e vinci.

I sei sono accusati di diverse rapine avvenute il 7, 15 e 28 settembre. Le indagini hanno portato alla conferma dell’esistenza, appunto, di una banda di rapine a mano armata operante nella zona. Alcuni degli indagati degli arresti di oggi sono da tempo sotto sorveglianza dei carabinieri. Dopo la rapina del 28 settembre, molti dei sospettati hanno nascosto i loro vestiti, pistole e passamontagna nelle sezioni condivise dell’edificio in cui vivevano tutti.

Indumenti e calzature sono stati scoperti e sequestrati durante le misure di prevenzione-perquisizioni contestuali in quanto ritenuti determinanti per la prosecuzione delle indagini. Al termine delle procedure ordinarie, gli arrestati oggi sono stati trasferiti nel carcere di Poggioreale a Napoli, dove rimarranno a discrezione dei giudici fino a quando non si potrà tenere l’udienza di conferma della loro custodia.

Gli arresti erano stati ampiamente pubblicizzati da giorni grazie all’assiduo lavoro dei Carabinieri della stazione di Afragola sotto la direzione del maresciallo Raimondo Semprevivo e della Compagnia di Casoria sotto la direzione del maggiore Diego Miggiano, che avevano entrambi tenuto sotto stretto controllo le informazioni che avrebbe portato alla cattura dei sei malviventi.

Ultimi rinforzi per le operazioni di fermo sono arrivati dalla Compagnia dei Carabinieri del Castello di Cisterna e dai Tassi di Primo Intervento del Comando Provinciale di Napoli. Tuttavia, i carabinieri hanno recentemente lanciato un messaggio chiaro della loro presenza nella regione, prima uccidendo il clan barbuto-Bizzarro nelle Salicelle il 21 settembre con oltre 10 arresti, e poi aiutando a far cadere un altro gruppo delle Salicelle con l’aiuto di Giuseppe Sasso.

Gli esercenti locali, che avevano paura della banda criminale e delle imminenti festività natalizie, quando i furti e le rapine tendono a impennarsi, ora possono rilassarsi grazie agli arresti di oggi. La direzione distrettuale antimafia ha contestato ai sei indagati detenzione illegale di armi da fuoco militari e comuni e relativo munizionamento nonché associazione di tipo mafioso e reati portuali.

Francesco Capasso, Davide Cositore, Gioacchino D’Angelo, Ferdinando Caccavale, Aniello Piscopo e Gioacchino Cornacchia sono i sei indagati che sono stati presi in custodia. Sei persone, tutte con precedenti, sono oggetto delle misure preventive del giudice istruttore: Giuseppe Sasso, 26 anni, Vittorio Parziale, 31, Adriano Laezza, 25, Vincenzo De Pompeis, 27, Luca D’Auria, 22, e Raffaele Nobile, 44 .

È stato possibile delineare l’intera operazione della banda criminale grazie alle indagini, che hanno incluso l’uso di intercettazioni telefoniche e ambientali. Il clochard di Afragola, Antonio, è stato ritrovato ieri sera da due ragazze sulla rotta sannitica che collega Casoria ad Afragola. Subito è arrivato anche il sindaco di Afragola, Antonio Pannone, che ha controllato lo stato di salute dell’uomo, e alla fine ha convinto lui e due poliziotti della zona a rivolgersi a un medico.

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Come ha detto Pannone, “alla fine siamo riusciti a trovare Antonio” e “siamo riusciti a convincerlo a essere trasferito all’ospedale di Frattamaggiore”, dove è appena arrivato. Ha infine concluso: “Come amministrazione comunale, faremo tutto ciò che è di nostra competenza per aiutarlo. Il 13 agosto Antonio è stato aggredito e ha riportato ustioni alle gambe. Sembra che non fosse disposto a presentare un reclamo formale.

Questo era l’uomo che sosteneva che due ragazze gli avevano dato fuoco e poi era svanito senza chiedere aiuto. Questa mattina intorno alle 11:30 ora locale, i vigili del fuoco del comando regionale di Caserta sono intervenuti per l’incendio di un camino nel quartiere di via Tifatina del comune di Caserta. All’arrivo i Vigili del Fuoco hanno scoperto un incendio che si era propagato dal condotto di sfiato al solaio.

I fatti sono avvenuti nel settembre dello scorso anno, quando tre diverse rapine hanno fruttato circa 50.000 euro. Con l’ausilio delle indagini è stata svelata l’identità dei rapinatori ed è stato confermato che le rapine erano state commesse da una vera e propria organizzazione il cui unico scopo era quello di commettere rapine a mano armata. I successivi sforzi tecnici hanno permesso di rafforzare le prove critiche contro di loro.

L’incendio che minacciava di propagarsi all’intelaiatura lignea che reggeva le tegole in cotto del tetto è stato domato grazie all’eroico impegno dei Vigili del Fuoco. I colpevoli sono stati infine uccisi durante questo furto più recente, che è stato registrato dai sistemi di sicurezza del negozio e si è rapidamente diffuso sul web a causa della grave violenza mostrata dai rapinatori.

Tre diverse tabaccherie di corso Vittorio Emanuele, corso De Gasperi e via Giovanni Amendola sono state prese di mira dagli indagati. In risposta a un provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Napoli Nord, i Carabinieri del company ha appena arrestato sei persone con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a compiere rapine aggravate e detenzione e porto abusivo di armi. Tre i furti accertati nel Comune di Afragola.

Dopo tre rapine a mano armata commesse ai danni di alcuni tabaccai nel comune di Afragola, la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha ordinato alla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Casoria di indagare. Il 7, 15 e 28 settembre, la stessa banda di rapinatori ha tenuto sotto tiro ogni negozio, minacciando i proprietari del negozio con le loro armi da fuoco mentre usavano la violenza per rubare denaro dai registri, dagli espositori del tabacco e dai gratta e vinci.

Determinanti si sono rivelate le indagini condotte dopo i fatti del 28 settembre, che hanno portato alla scoperta delle divise, delle armi e delle maschere dei rapinatori durante le perquisizioni condotte negli spazi comuni del palazzo, dove erano state nascoste a seguito del golpe. I successivi sforzi tecnici hanno permesso di rafforzare le prove critiche contro di loro.

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