
Arrestato Niko Pandetta 2022 -Sul palco è salito il nipote di Salvatore Cappello, detenuto dal 1993 in regime di detenzione straordinaria 41 bis. Vogliamo davvero fare spazio ai cantanti: in fase di recensione era presente anche Niko Pandetta, un trapper neo-melodico. Per chi non lo sapesse, il cantante è il nipote di Salvatore Cappello, detenuto dal 1993 in regime di detenzione straordinaria del 41 bis.
Cappello è stato una delle figure di spicco della guerra mafiosa di Catania negli anni ’80 e ’90. Nel 2016, il trapper ha scritto una canzone intitolata “Dedicated to You”, che ha dedicato a suo zio. Alcuni versi sono inequivocabili, ed è assurdo che quest’ultimo si possa ripetere su un palco davanti a un pubblico giovane: “Zio Turi, ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, e a causa di questi pentiti sei rinchiuso lì al 41 bis”.
Inoltre, in una recente intervista, Niko Pandetta ha affermato che “la mafia non esiste”. Ha poi parzialmente modificato e rettificato il concetto. Inutile dire che non è questa l’immagine dell’Irpinia che vogliamo proiettare. Il fatto che “un artista” abbia dedicato una canzone a un grande sostenitore della criminalità organizzata non può essere trascurato (e accettato).
Questo tipo di display getta un’ombra enorme su quest’area. Questi sono terribili timori che, ovviamente, potrebbero essere prontamente rimossi se Niko Pandetta assumesse opinioni “pubblicamente” severe contro il Sistema, condannando il mondo sotterraneo e alla fine decidendo di
sostenere la verità. Anche a Serino ci sono ancora persone oneste che, senza dubbio, rappresentano la maggioranza. Dobbiamo purtroppo documentare ancora una volta il legame inestricabile tra il mondo dei cantanti neomelodici e la criminalità organizzata. In verità, per la maggior parte dei
cantanti, avvicinarsi al Sistema è una vera sfida di sopravvivenza per guadagnarsi da vivere. È un piacere per i dirigenti essere in grado di collegare la propria immagine a quella di un artista popolare. Di conseguenza, il legame tra musica e camorra è più forte e diretto che mai. È un atteggiamento
terribile di individui a cui non dispiace ottenere denaro sporco dalla criminalità organizzata in cambio dei loro servizi. Dobbiamo ora vedere che il rapporto tra cantanti neomelodici e System comincia ad assumere forme sempre più preoccupanti. Il musicista neomelodico Niko Pandetta, nipote del famoso
leader mafioso Turi Cappello, è stato accusato di induzione a delinquere dalla Procura di Catania, che ne ha preteso e acquisito la limatura. Infatti, il successo di alcune canzoni neomelodiche “si manifestano come manifestazioni di una sottocultura che non può criticarsi solo per questo, se non
accompagnata da palesi atti emulativi che ad essa alludono apertamente”, secondo i pm di Catania.
Tre gli episodi contestati: un video postato su Facebook il 6 giugno 2019, in cui “difendeva lo zio, che secondo lui era “ingiustamente accusato da ‘pentiti di mafia'”, e in cui “pronunciava espressioni ingiuriose e minacciose contro è intervenuto in una puntata del programma televisivo Realiti” e “in
particolare dell’assessore regionale alla Campania Francesco Borrelli”; una sua esibizione in un concerto non autorizzato, “davanti a 200 persone, organizzato in onore di Marco Strano, esponente del Cappello nei confronti di una persona che aveva denunciato un membro della famiglia del
cantante, e replicato “la mano sul collo, il gesto del taglio della gola” I pm hanno sentito Niko Pandetta dire che “era maturato e cresciuto” e che lui “si è accorto che si era comportato malissimo». Sullo zio boss, il neomelodico ha detto che gli regala alcune poesie che sono soggette al visto di
controllo dal carcere, dove è incarcerato sotto il regime 41bis. Ha dichiarato nel video di Tik Tok di essere stato coinvolto in un alterco con un autista che aveva contattato la polizia.
Secondo il pm dell’Etna, «appare plausibile la versione dei fatti fornita in difesa» e «in un contesto culturale e ambientale» sui generis «che è senza dubbio quello in cui ha successo il tipo di musica neomelodica che l’indagato interpreta, il più che diretti alla condanna dell’organizzazione mafiosa
Cappello-Carateddi le attività criminali (e in particolare di un parente diretto) si rivelano come espressioni di una sottocultura che si assomiglia. I testi del neomelodico e trapper siciliano, che si esibirà il 25 giugno a La Basilicata in una nota località della sponda ionica affronta questioni
controverse e spaventose. Confermata la performance annunciata l’11 giugno: si svolgerà sabato 25 giugno, nel giorno delle elezioni del sindaco di Policoro. concerto a cui è stata negata l’autorizzazione in altre città (a Ostia, San Cesareo, Gela, Jesi, Bollate, per esempio). L’esibizione del 22 aprile a
Falconara, frazione vicino a Butera nel p provincia di Caltanissetta, è stato interdetto dal questore.
Viviamo in una regione in cui prevale la criminalità organizzata. A pochi metri da Scanzano Jonico, comune mafioso doveUn altro artista neo-melodico si è esibito 5 anni prima nelle condizioni richiamate nella sentenza di scioglimento. Circa 3 anni fa a Policoro è stato registrato anche un video
musicale di un cantante neomelodico di Taranto, con oltre 210mila visualizzazioni in quella data. Una canzone accompagnata da immagini che glorificano lo stile di vita criminale, tra cui un mercante che paga il prezzo con discrezione, ragazzi con le pistole e un’introduzione musicale al “padrino”. Il film è
stato girato nel porto di Marinagri ed è stato sponsorizzato da diverse aziende. Niko, alias Vincenzo Pandetta, è uno dei massimi cantanti neomelodici e trap di oggi. “Tutti obsoleti” in passato mentre in problemi con la legge.” Niko Pandetta, nipote di un boss multidisciplinare, è nato a Catania nel 1991
ed è stato travolto da polemiche dopo aver dedicato una canzone allo zio Salvatore Turi Cappello, un Boss catanese condannato a 41 anni dal 1993, così come il braccio destro di Salvatore Pillera, detto “Turi càchiti”.
