
Angelo Izzo Genitori – Il criminale italiano Angelo Izzo. I suoi crimini più famigerati furono il “massacro del Circeo” e il “massacro di Ferrazzano”, entrambi commessi insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira. Attualmente sta scontando due ergastoli per numerosi tentativi di fuga. Izzo è il maggiore di quattro figli; suo padre è un costruttore e sua madre, laureata in letteratura, è la principale badante.
La sua educazione fu privilegiata fin dall’inizio; frequentò l’Istituto San Leone Magno e la sua famiglia risiedeva a Trieste-Salario, un quartiere dell’alta borghesia romana vicino ai Parioli. A tredici anni però nasce anche la passione per la politica e aderisce alla Giovane Italia, l’associazione studentesca del Movimento Sociale Italiano.
Fu cacciato alla fine del 1969 insieme ad Andrea Ghira per aver nascosto dei ciclomotori rubati nel cortile interno del palazzo nel quartiere Trieste-Salario missina. Il motivo per cui lui e l’avvocato di Campobasso continuerebbero a tutelare gli interessi legali di Izzo “per scelta umana” anche se la famiglia ha revocatoked il mandato è per questo. Quando era più giovane, mostrava interesse per gli sport di contatto, le arti marziali e il rugby invece che per i compiti scolastici.
Negli anni successivi si dedica ad atti che si collocano tra la sovversione neonazista e la criminalità ordinaria, e nel 1995 racconta tutto al giudice Salvini. Izzo è sempre stato uno che vive al limite. Si era iscritto alla facoltà di medicina e chirurgia ma si presentava alle sue lezioni solo di rado. La notizia ha mandato in frantumi la casa borghese della famiglia Izzo, un edificio costruito in epoca fascista e situato vicino al quartiere Trieste.
Dal 1972 al 1975 Angelo Izzo e soci realizzarono numerosi attentati, rapine a scopo di autofinanziamento ai danni di banche, gioiellerie e uffici postali, traffico di droga coltivato d’intesa con la malavita comune, nonché alcuni stupri di gruppo utilizzando il metodo stessa tecnica utilizzata nell’autunno del 1975 per l’episodio del Circeo.
Il giudice può scrivere con notevole conferma dalle dichiarazioni secondo cui Izzo era un insider dell’estrema destra neofascista all’epoca in questione: È importante notare che Izzo e i suoi soci non erano i tipici “Pariolini” di poco politico in piedi; si trattava piuttosto di un gruppo coeso, che lavorava insieme da tempo e che era stato profondamente inserito nelle strutture eversive della destra romana dei primi anni ’70, con legami che arrivavano fino a personalità come il prof. Enzo Maria Dantini.
Angelo ci ha abbandonato; non è più nostro figlio, dicono i genitori di Izzo.
“Non consideriamo più Angelo Izzo nostro figlio. Ormai è figlio unico, non ha parenti in vita. La sua famiglia ci ha ripudiato. Senza alcuna motivazione abbandoniamo la sua difesa e chiediamo al suo avvocato di fare lo stesso. Perché noi ci schieriamo”. con le vittime e i loro familiari dei suoi atti terribili, e non con lui, che ci ha tradito.
Quando sabato seppero che Angelo era stato arrestato, assunsero l’avvocato Enzo Guarnera per rappresentarlo; ma, dopo aver appreso della confessione di Angelo e del secondo omicidio, si rifiutarono di rappresentarlo. Dopo una serata straziante di ricongiungimento familiare, hanno preso la seguente decisione: «Non vogliamo più sapere nulla di lui, lo abbandoniamo al suo destino, è come se non avesse più famiglia.
Il patriarca della famiglia Izzo ha detto: “Non vogliamo saperne di più”.
Agli Izzo non importa più cosa succede ad Angelo. L’avvocato Enzo Guarnera si è fatto portavoce della salute mentale dei genitori del torturatore Circeo. Durante i suoi sei mesi di vacanza, la famiglia era andata a prendere il figlio e lui aveva fatto numerosi tentativi per riconnettersi con loro. L’avvocato sostiene che i clienti hanno chiarito che non desiderano più discutere la questione.
La scelta è stata fatta «insieme alle sorelle di Angelo, dopo una riunione di famiglia», come racconta Guarnera. L’avvocato racconta ancora che i genitori, anziani e malati, hanno lasciato la loro casa romana in cerca di pace e tranquillità. Le famiglie vogliono dimenticare i propri figli e credono di poter ritrovare la pace se non si concentrano più sui loro figli, come afferma la citazione sopra.
Questa la posizione degli Izzo che, come sottolinea ancora Guarnera, “hanno provato ad accoglierlo sperando che cambiasse”, fino all’ultimo. Inoltre la famiglia Izzo ha informato l’avvocato che non pagherà più la difesa di Angelo. I cittadini pagheranno per tutto quello che è successo fino a questo momento, compreso l’imminente interrogatorio del figlio da parte delle autorità.
Ma gli avvocati Enzo Guarnera e Filomena Fusco non condivideranno questa sorte. Parafrasando Guarnera: «Da cristiano ritengo che Angelo Izzo, un ragazzo con sfide enormi, non possa essere dimenticato da tutti. Dopo aver parlato con lui, mi sono reso conto che si sente senza speranza riguardo al futuro. Sia io che il mio collega detesteremo che si sentisse solo in questo.
‘Donne solo pezzi di carne’: La vita di Izzo, ‘L’angelo malvagio’
Angelo Izzo, assassino di donne e bambini, stupratore, ladro e bugiardo seriale che si nascondeva dietro il contegno gradevole e il linguaggio raffinato della Roma borghese, commise le atrocità più efferate della storia d’Italia. La sua storia è l’illustrazione di una verità fondamentale: la parola è l’arma più affilata per commettere un crimine, ed è punteggiata da coltelli, pistole e pale per seppellire corpi caldi.
Nell’agosto del 1955 nasce a Roma “l’Angelo del Male”, il primo di quattro figli. L’educazione di Madre Anna lo ha trasformato in un giovane brillante e attivo a cui piace fare sport all’aria aperta; ha messo in soffitta la laurea in lettere per concentrarsi sulla crescita dei figli. Era così attivo che all’età di quattordici anni era sul punto di essere mandato in un riformatorio.
C’è però papà Izzo, imprenditore edile di grande esperienza e con una solida reputazione nel fare lavori di qualità. All’età di vent’anni, Angelo prende la decisione decisiva di entrare nel regno della militanza politica violenta. Essere un giovane di destra nella Roma degli anni ’70 significava sostenere la resistenza armata alla presa del potere da parte dei comunisti nel paese.
