Andrea Segre Genitori – Una lettera commovente a suo padre. Tuttavia, la Laguna viene esplorata nel bel mezzo dei giorni peggiori della pandemia, dove si scopre bella e desolata. Un altro film su come una città viene rovinata da troppi visitatori. In anteprima alla vigilia della 77a Mostra, Molecole di Andrea Segre è un film tenero e personale sull’acqua e sui ricordi che evoca.
Il regista 44enne, nato e cresciuto a Padova, utilizza gli inaspettati filmati Super8 girati dal padre Ulderico e dallo zio Giuliano, ma anche immagini nascoste in un cassetto, sguardi dimenticati e un legame inesplorato con la sua città natale. Elena “Nena” Almansi, 24 anni, esperta di canottaggio e uno dei tanti volti di Molecole.
Ci mostra la meraviglia di una città devastata dalle inondazioni e dall’afflusso di turisti sprovveduti. Un film che si è trasformato nelle mani dello scrittore; originariamente concepito come un ibrido teatro/cinema, divenne, durante l’assedio, una meditazione personale sul legame dell’autore con suo padre, uno scienziato veneziano che, alla sua scomparsa,
lasciò molti dubbi senza risposta. Molecole, film di ZaLab e Lucky Red, debutta il 3 settembre ed è prodotto da ZaLab Film e Rai Cinema, Vulcano, Istituto Luce Cinecittà e Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni. Segre (Io sono Li, La prima neve) si stava destreggiando tra due progetti alla fine di febbraio, quando un insolito Carnevale è stato annullato a causa di un’epidemia di coronavirus.
Ma mentre guardava, la città si bloccò e disertò mentre il virus faceva il suo corso, tornando alla natura. Per questo motivo, ha deciso di trascorrere un po’ di tempo nella casa d’infanzia, dove avrebbe potuto scavare più a fondo nel suo passato. Utilizzando riprese in Super8 dagli archivi personali di Ulderico e interviste con la gente del posto a Venezia,
con la voce fuori campo del regista e la musica di Teho Teardo, emerge una nuova prospettiva sull’assedio. Ho dovuto affrontarlo senza alcuna intuizione o buon ragionamento. Tutto questo è stato girato come se non fosse un film su mio padre. Ho sognato, pensato e vissuto in quei giorni, ma è stato solo quando sono tornato a Roma che ho iniziato ad aprire cassetti ea rendermi conto di quello che era successo. Mio padre ha regalato i Super8 al cugino di mia madre,
e ho finito per ritrovare vecchie lettere che gli avevo scritto a cui non ha mai risposto ma che ha conservato gelosamente, insieme ad alcune foto di famiglia. Nello specchio vedo due immagini di me da bambino tra le sue braccia; in uno i nostri volti sono visibili, nell’altro no. Senza questa condizione inimmaginabile, il vuoto da cui nasce il rapporto con il vuoto ei silenzi di papà,
niente di tutto questo sarebbe accaduto. Non avrei iniziato il mio viaggio fino a Venezia, e non ci sarei mai andato se non fossi stato lì in quel momento. Lo scrittore che mio padre ammirava, Camus, scrive di questa inspiegabile connessione con il destino. Altre volte, potresti incontrare parole che sembrano essere state scritte appositamente per te.
I miei sentimenti riguardo alla partenza da Venezia erano complicati, quindi non ho mai avuto intenzione di fare della città la mia dimora permanente. La mia prenotazione era dal 20 febbraio al 20 marzo. Stavo collaborando con Andrea Pennacchi alla nostra prima regia teatrale per la prossima produzione del Teatro Stabile del Veneto di marzo 2021 di un’opera sperimentale in collaborazione con il cinema sul rapporto tra Venezia e l’acqua.
Il secondo è un lungometraggio che verrà girato a ottobre ed è coprodotto da Iole e Rai Cinema; segue tre fratelli pescatori dell’isola della Giudecca mentre sono alle prese con la decisione se aprire o meno la loro casa ai turisti. Questo non è solo un problema per Venezia; l’aumento mondiale del turismo ha conseguenze di vasta portata per il nostro pianeta e la nostra cultura. A mio parere,
il vuoto dei quartieri storici a misura di turista è un problema importante nell’industria del turismo. Fino ad ora, il nostro obiettivo primario è stato quello di rendere redditizia l’attività, ma come la petrolchimica negli anni ’50, questo significa portare lavoro a un costo molto elevato. Ci sono oltre quarantamila persone che dipendono dal turismo per il loro sostentamento a Venezia,
quindi questa è un’affermazione accurata. Ma la città se lo chiede da anni e il 20 settembre voterà un nuovo sindaco. Le scelte sulla struttura devono essere fatte. Sono a rischio enormi cambiamenti economici. Ogni giorno 120.000 persone visitano Venezia, ma solo 40.000 vi abitano. Uno dei problemi dell’umanità è che sembriamo avere così tanto da imparare dai disastri,
ma poi torniamo subito a ripetere gli stessi errori. Gli anticorpi, invece, vengono prodotti e alla fine ci forniscono protezione. I nazionalismi, i razzismi ei totalitarismi del ventesimo secolo non sono scomparsi; piuttosto, sono tornati in modo carsico, ma abbiamo creato appositamente degli anticorpi per contrastarli.
Spero che il peso della prova di quest’anno dell’effetto dell’umanità sul mondo naturale e l’uno sull’altro ci ispiri a costruire le difese necessarie per dichiarare che non torneremo agli affari come al solito. Il piccolo contributo del cinema è quello di cementarei nostri ricordi in modo da poter dare un senso alle nostre esperienze.
Il ritmo della vita quotidiana incoraggia una connessione superficiale con il passato. Il cinema ha il potere di fermare il ritmo frenetico della vita moderna e la produzione di immagini in modo che possiamo comprendere. L’esistenza del festival è una cosa meravigliosa, in quanto invia un messaggio al pubblico che i film appartengono alle sale.
La possibilità di guardare i film da soli non è l’unica che abbiamo. Il cinema può servire più di un semplice scopo individuale a causa del valore artistico e sociale della sala. È arrivato un nuovo inizio. Dobbiamo ricominciare da capo, ma non possiamo ignorare il passato. “Dopo “I am there”, ho avuto sicuramente delle vibrazioni da regista. Quasi mia madre ne è convinta. Pensa che suo padre l’abbia capito,